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Peter Piot, è uno dei massimi virologi mondiali, che ha avuto un ruolo determinante negli studi che riguardano il Coronavirus. Dopo aver contribuito a scoprire il virus Ebola nel 1976 e aver guidato gli sforzi per contenere la prima epidemia di Ebola mai registrata nello stesso anno, Piot è diventato un ricercatore pioniere dell’AIDS. Ha ricoperto posizioni chiave nelle Nazioni Unite e nell’Organizzazione mondiale della sanità in materia di ricerca e gestione dell’AIDS. Ha anche lavorato come professore in diverse università in tutto il mondo. È autore di 16 libri e oltre 600 articoli scientifici.
In un intervista di un giornale spagnolo, il virologo ha affermato che il Covid è ancora in evoluzione e che la sua durata non è così breve come si pensa.
La pandemia di coronavirus è appena cominciata, ma la seconda ondata potrebbe avere caratteristiche molto differenti dalla prima. Ad affermarlo in un’intervista a El Pais è Peter Piot, tra i massimi virologi mondiali, impegnato nello studio dei nuovi virus.
“Ora so cos’è non solo per averlo studiato, ma anche per averlo conosciuto ‘dall’interno’ ammalandomi. Si tratta di una prospettiva molto diversa e utile, che mi ha dato molte motivazioni in più per combatterlo anche da scienziato”, spiega Piot a El Pais. Come molti suoi colleghi, anche lui sostiene che i dati di contagio siano molto sottostimati: “Credo che siamo realisticamente vicini ai 20 milioni di contagi in tutto il mondo e che anche i morti siano molti più di quelli segnalati. Quella del coronavirus, come dell’Hiv, è un’epidemia silenziosa ma è anche molto di più, la più grande crisi sociale in tempo di pace”.
Il virologo inoltre, suggerisce di non abbassare mai la guardia: “Se pensiamo all’Europa, praticamente tutti i paesi sono riusciti a contenere la diffusione del virus. I paesi stanno tornando in pista e i governi stanno rivedendo alcune misure. Ma ora dobbiamo prepararci per la cosiddetta seconda ondata. Spero non sia uno tsunami, ma qualcosa di più simile ai focolai che già stiamo registrando nei mattatoi in Germania o in locali notturni in Corea. Nel Regno Unito continuiamo ad avere focolai in alcune case di cura. La verità è che siamo solo all’inizio di questa pandemia. Finché ci sono persone soggette a infezione, il virus sarà sempre un pericolo perché ha bisogno delle nostre cellule per riprodursi”.
Solo il vaccino, forse, potrà salvarci da questa angosciante pandemia.
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