Le pensioni minime sono un tasto dolente della nostra economia italiana: esse sono di importo molto esiguo e spesso non garantiscono una vita dignitosa.
Per avere diritto alla pensione servono 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi. E non c’è un modo per chiedere la pensione prima se non si hanno almeno questi requisiti.
La pensione minima è l’integrazione al trattamento minimo che viene riconosciuta dallo Stato a tutti coloro che hanno una pensione di importo basso che viene elevato, quindi, a 515 euro mensili (importo per il 2021) e per averla, quindi, si deve prima accedere alla pensione di vecchiaia.
Chi nel 2021 ha percepito una pensione di importo inferiore ai 515 euro ma rientra nei requisiti reddituali previsti dalla normativa, si è visto aumentare l’importo mensile percepito fino a 515 euro. Ma c’è una grande novità per il 2022: l’importo della pensione minima passerà da 515 euro a 651 euro, se presenti i requisiti reddituali e anagrafici.
Chi riceve una pensione molto bassa, non sufficiente a garantire una vita dignitosa, ha diritto a una integrazione, ovvero un aumento dell’importo della pensione. Per il 2021 c’è stata una rivalutazione dello 0,5% rispetto al 2021. Così l’importo delle pensioni minime è arrivato a 515,58 euro mensili, suddivisi su tredici mesi per un totale di 6.702,54 € in un anno.
In questa tabella vi mostriamo a chi sarà aumentata la pensione minima nel 2022:
Aumento pensioni minime pieno | Aumento pensioni minime parziale | |
Pensionato da solo | 6.702,54 euro reddito annuo | fra 6.702,54 euro e 13.405,08 euro (cioè sino a due volte il trattamento minimo annuo) |
Pensionato sposato | 20.107,62 euro reddito annuo complessivo e quello personale non superiore ai 6702,54 euro | Reddito annuo complessivo fino 26.810,16 euro e quello proprio fino a 13405,08 euro |
Dal 2022 l’Inps farà un piccolo regalo ai pensionati che percepiscono la pensione minima, prevista per chi supera i 60 anni e fino al compimento dei 69 anni:
Dai 70 anni inoltre si avrà diritto al cosiddetto “incremento al milione“. L’integrazione porterà l’importo fino a 651,51 euro per chi rispetta questi requisiti:
-Reddito annuo non superiore agli 8.469,63 euro per i singoli
-Reddito annuo non superiore ai 14.447,42 euro per le coppie coniugate.
N.B: Per chi ha pochi contributi e non raggiunge i 20 anni minimi richiesti per l’accesso alla misura di vecchiaia, se tutti i contributi sono stati accreditati nel sistema contributivo è possibile richiedere la pensione di vecchiaia contributiva al compimento dei 71 anni ma in questo caso l’integrazione al minimo, essendo una pensione contributiva, non spetta.