Nessuno di noi vorrebbe ammalarsi ma, quando accade, è importante non sentirsi soli ed abbandonati. Per questo motivo il Governo offre un piccolo sostegno economico a tutti coloro che soffrono di patologie, aumentando l’assegno in correlazione al disturbo e alla sua gravità.
L’inps pertanto garantisce un’indennità di 13 mensilità per un totale di 6.695 euro e senza limiti di reddito ai cittadini che sfortunatamente si sono ammalati di queste 2 patologie che andremo ad analizzare in seguito. Chiunque può richiedere il contributo dimostrando di soffrirne e non ci sono limiti di reddito. Sebbene si tratti di una somma non sufficiente per vivere, può comunque servire per affrontare le spese mediche.
L’INPS riconosce un contributo di ben 287 euro mensili per chi soffre di patologie quali colite e altre malattie intestinali e del colon, di differente grado di complessità e compromissione. Di fatto, alla stregua di un sostegno per invalidità civile, considerando che si parla di una malattia in grado di generare sintomi continui e di diversi gradi di gravità.
Va ricordato che, per quanto riguarda la colite, si parla di una malattia infiammatoria di tipo cronico che interessa l’intestino crasso e, in casi particolarmente gravi, anche tutto il colon. Una patologia che può attribuire a chi ne soffre dei sintomi estremamente dolorosi, come crampi, gonfiore, diarrea. Per questo, chi patisce simili disturbi, può accedere a un riconoscimento di un grado di invalidità, nel momento in cui la malattia dovesse arrivare a compromettere l’attività lavorativa.
In sostanza, per chi soffre di colite l’Inps riconosce una percentuale di invalidità, che si traduce quindi in un contributo sotto forma di bonifico. Questo anche se il diritto riconosciuto dall’ente non determina in automatico quello all’assegno di pensione di invalidità civile. In pratica, il riconoscimento sarebbe finalizzato esclusivamente a questo tipo di patologia, non all’indennità generica. In particolare, ci si riferisce a colite ulcerosa e morbo di Crohn. Si tratta di malattie infiammatorie intestinali potenzialmente croniche, che possono garantire una percentuale di invalidità fra il 21% e il 70%.
Il grado di invalidità che possa garantire il riconoscimento della pensione, deve essere compreso fra il 74% e il 99%. Per questo la sola patologia della colite non basta a garantire l’accesso alla pensione di invalidità in senso stretto. Tali condizioni cliniche, tuttavia, possono sovente essere associate ad altre patologie ma andrà verificato l’aggravamento e il possesso dei requisiti amministrativi per il riconoscimento. Il sussidio, in questo caso, corrisponde a 287,09 euro.
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