Da lunedi 14 Marzo, oltre allo sciopero annunciato dei benzinai, si fermano anche gli autotrasportatori.
Navi di grano bloccate nei porti, benzina alle stelle, autotrasportatori verso la paralisi: salgono di un terzo i costi di produzione del settore. E tremano i consumatori costretti a fare i conti con i rincari dei prodotti sugli scaffali.
La guerra ha fatto aumentare i costi, mettendo i ginocchio gli italiani: oltre alle bollette, anche il grano e pane e pasta hanno avuto un rincaro dell’80%.
Alcuni panificatori rimasti senza farina valutano la possibile sospensione delle attività (in 10 hanno chiuso definitivamente) e intanto, aumentano vertiginosamente i costi in sole due settimane. Minacciano la paralisi anche gli autotrasportatori, che non riescono a guadagnare quasi nulla a causa del costo della benzina.
Resistono a fatica le imprese. E tremano i consumatori costretti a fare i conti con i rincari dei prodotti sugli scaffali. Le prossime settimane si rischia pertanto di ritrovare scaffali vuoti al supermercato. Alcuni prodotti potrebbero mancare a causa di scioperi su vari fronti.
“Acquistiamo il grano in queste ore con rincari del 70,80 per cento in più sui listini internazionali. Una follia – racconta Antimo Caputo, titolare dei Molini Caputo – Sul porto di Rostov, sul fiume Don e sul mar d’Azov, c’è un blocco logistico, hanno sospeso ogni esportazione. Ogni paese che ha grano non lo vende sul mercato internazionale ma all’interno, perfino Bulgaria e Ungheria hanno interrotto le consegne di mais al nord italia. Siamo preda di un’isteria collettiva“.
Vola il prezzo della farina e i panifici valutano di sospendere l’attività. Un fatto epocale in una nazione come la nostra.
“Stanno finendo le scorte, valutiamo di fermarci” spiega Mimmo Filosa, referente Confcommercio per il settore e avverte: “Il pane, in due settimane è rincarato prima di 50 centesimi al Kg, poi è giunto sotto la soglia di un euro“.
La corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti infatti non accenna a fermarsi, anzi aumenta di ora in ora con la benzina e il diesel che hanno superato la quota di 2 euro al litro in modalità servito.
Quello che preoccupa di più è lo sciopero degli autotrasportatori perchè sono loro i responsabili dell’approvvigionamento della merce nei nostri supermercati.
In Italia l’85 per cento delle merci viaggia infatti su strada. Il pericolo è che la materia prima non arrivi più alle aziende alimentari che devono lavorarla. Le imprese dell’industria alimentare spingono affinché durante lo sciopero del 19 marzo proclamato da Unatras, l’unione delle associazioni nazionali più rappresentative dell’autotrasporto, vengano previsti almeno dei corridoi speciali per il trasporto di prodotti alimentari deperibili e indispensabili per le famiglie. Ma intanto, già adesso, scarseggiano frutta e verdura negli scaffali dei supermercati e la situazione è destinata a peggiorare.
Diversi prodotti potrebbero scarseggiare nei supermercati a causa della guerra in Ucraina. Giorno dopo giorno, si rincorrono notizie di assalti a supermercati svuotati.
Molti prodotti freschi, tra cui frutta e verdura, non arriveranno nei supermercati a causa del blocco autotrasportatori, altri prodotti, invece mancheranno a causa della guerra che continuerà a combattersi.
Insieme al grano, anche segale, miglio, zucchero, sale e carne non potranno più uscire dall’Ucraina fino alla fine del 2022, come riportano vari media internazionali – tra cui Reuters e il Time – che citano documenti governativi di Kiev. Due i risultati più immediati: l’aumento dei prezzi delle scorte disponibili, e poi il loro esaurimento, a meno che non si trovino in tempo utile nuovi Paesi capaci di esportare quantità considerevoli degli stessi beni.
Da giorni sono anche fermi i pescherecci. Anche i pescatori stanno infatti protestando contro l’aumento dei prezzi dei carburanti e, nonostante dal governo dovrebbero a breve arrivare 20 milioni di indennizzi, iniziano a circolare gli allarmi sul caro prezzi e sulla carenza anche di pesce fresco sul territorio italiano.
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