La guerra Russia e Ucraina si sta ripercuotendo su di noi: l’Italia ha un importante patto commerciale con la Russia e riguarda il rifornimento di gas. La situazione però sembra degenerarsi e se Putin deciderà di interrompere il rifornimento (visto che l’Italia ha inviato armamenti al popolo ucraino per difendersi e pretende il pagamento del gas in rubli), potrebbe costare davvero caro per noi. Si pensa al peggio e si corre ai ripari: potrebbe esserci un black out di gas e energia elettrica, con razionamenti nelle ore del giorno.
Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, ha dichiarato: “Questa crisi sarà dolorosa, è profondamente sbagliato presentarla come una passeggiata che si risolverà con qualche correttivo. Dobbiamo razionare i consumi, già in questi giorni”.
Non siamo ancora in allerta, ne in emergenza, tecnicamente siamo in pre-allerta; un piano operativo di razionamenti attualmente non c’è, ma di fronte alla prospettiva di una guerra lunga e di un taglio delle forniture di gas russo, la situazione potrebbe peggiorare in autunno.
Draghi ha già lanciato il sasso: tutti dobbiamo metterci qualcosa, dice. Tutti insomma dovremo sacrificarci se vogliamo la pace. Lo scenario potrebbe essere quello di luci e condizionatori spenti, motori del paese a rallentatore, riduzione dei limiti di velocità e persino lo stop alle auto.
In commissione è stato approvato un emendamento nel Decreto bollette che impone una stretta su termosifoni e condizionatori.
Dal primo maggio al 31 marzo 2023 la media della temperatura negli uffici pubblici non dovrà superare i 19 gradi, più 2 di tolleranza e in estate non dovrà essere minore di 27 gradi, con due di tolleranza.
Draghi ha parlato chiaramente agli italiani nella giornata del 6 Aprile, mettendo in evidenza le conseguenze che potrebbero derivare da un possibile stop alle importazioni di gas dalla Russia, come misura per fermare l’invasione in Ucraina e costringere Putin a mettere fine alla guerra.
Ecco le parole del Presidente Draghi, rivolte a tutti gli italiani: “Noi andiamo con quello che decide l’Ue. Se ci propongono l’embargo sul gas, se l’Unione europea è uniforme, noi saremo contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più efficace per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa preferiamo? La pace oppure star tranquilli con il termosifone acceso o con l’aria condizionata accesa per tutta l’estate? Io la metterei in questi termini, questa è la domanda che ci dobbiamo porre”.
Il premier in ogni caso ha assicurato che qualora venisse interrotto il flusso di gas dalla Russia, il nostro Paese avrebbe scorte fino ad ottobre inoltrato, aggiungendo però che un piano per il razionamento energetico per il momento non c’è.
Fonte: Tg5
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