La Federazione Italiana Medici Pediatri ha pubblicato le 10 regole per proteggere i bambini da contagio. Decalogo destinato sia a genitori che insegnanti
La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha pubblicato un decalogo con i comportamenti da tenere per ridurre il rischio che i bambini possano contagiarsi col nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2), in modo tale che non siano gli stessi bambini a diffonderlo in scuole o ai parenti se si prendono cera di loro ( nonni, zii, genitori, baby sitter). Ecco le 10 regole preziose nel dettaglio.
Coronavirus e bambini: proteggiamoli
Da diversi giorni il Coronavirus ha invaso la nostra penisola e non ci sono misure preventive efficienti che possano evitare il contagio, tranne il buon senso civico. In questo istante i contagiati italiani sono 650 e 17 i morti. 40 sono guariti.
In misura cautelativa le lezioni didattiche, in molte regioni, sono chiuse. La paura che le scuole possano diffondere il virus tra più alunni, è alto.
Oltre ai consigli igienici emessi per evitare il contagio (indossare mascherine, lavarsi le mani con soluzioni a base di alcol), sono stati realizzati diversi opuscoli e vademecum con indicati i comportamenti più appropriati per ridurre potenziali rischi di esposizione e trasmissione su tutto il territorio nazionale.
La Federazione Italiana Medici Pediatri, che si occupa della salute e la tutela dei nostri bambini, ha creato un decalogo, diffuso sui social, per segnalare ai genitori, in modo specifico, cosa fare e non fare per evitare che i propri figli possano infettarsi e diventare a loro volta diffusori della patologia respiratoria. Si tratta di 10 consigli destinati anche agli insegnanti o adulti che si prendono cura dei bambini.
Le 10 regole d’oro regole per proteggere i bambini da contagio
-Se sei stato, solo o col tuo bambino, in zone dove sono stati segnalati casi di infezione o se avete avuto contatti diretti con persone risultate positive al COVID-19, INFORMA il tuo Pediatra di Famiglia e RIMANI IN CASA in isolamento volontario per 14 giorni.
-Se hai dubbi sulla possibilità che il tuo bambino sia stato contagiato, NON portarlo allo studio del Pediatra di Famiglia ma contattalo telefonicamente e NON portarlo al Pronto Soccorso ma chiama il numero verde 1500.
-Lavati spesso le MANI e falle lavare spesso al tuo bambino utilizzando acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non è disponibile il sapone usa un gel alcolico (con almeno il 60% di alcool).
-Applica le REGOLE raccomandate per ogni infezione di tipo influenzale: in particolare mantieni te stesso e il tuo bambino a distanza di almeno un metro da un’altra persona che tossisce, starnutisce o a febbre.
-Se il tuo bambino è ammalato con febbre, tosse e raffreddore TIENILO A CASA, da scuola o da altre attività o luoghi praticati fino a completa guarigione e NON USARE MEDICINE senza specifica indicazione.
-INSEGNA al tuo bambino a tossire e starnutire girando la testa verso la spalla o il cavo del gomito.
-TIENI PULITE le superfici di casa, usando solo soluzioni alcoliche o a base di cloro, con particolare attenzione ai giocattoli, soprattutto se condivisi con altri bambini.
-Indossa la MASCHERINA solo se sei ammalato o hai sintomi influenzali o da raffreddamento, soprattutto se in casa c’è un neonato o ci sono bambini molto piccoli.
-ELIMINA ACCURATAMENTE mascherine e fazzoletti usati in un contenitore chiuso.
-Non esitare a chiedere informazioni al tuo pediatra.
Questo poster sarà appeso da lunedì in tutti gli studi dei Pediatri di Famiglia. Si tratta come vedete delle raccomandazioni che da sempre forniamo in caso di tosse e raffreddore. Seguire informazioni ufficiali e agire con responsabilità è la migliore strategia possibile per limitare il contagio.
Non portare i bambini allo studio pediatrico
Sia i medici di famiglia e sia i pediatri suggeriscono pertanto di non portare i bambini nei luoghi chiusi e affollati come i centri commerciali. “Finora l’incidenza del virus – spiega Teresa Rongai, a capo della Fimp Roma – nella popolazione pediatrica è bassissima”.
I pediatri scrivono: “Per questo invitiamo le famiglie a non frequentare luoghi chiusi come supermercati o centri commerciali, a limitare in sostanza in questo periodo la frequentazione di posti con molte persone e invitiamo le famiglie con figli piccoli a rimandare i controlli ambulatoriali laddove possibile”.
Niente allarmismi per il Coronavirus, ma il messaggio è chiaro: “Non venite a studio, chiamateci al telefono”. Anche i medici sono esseri umani, e non sono di certo immuni al virus.
Facciamo attenzione!
-Non accedere all’ambulatorio senza aver prima concordato telefonicamente la visita
-Entrare in sala d’aspetto solo quando esce il paziente precedente
-Tenere in braccio il bambino se non è in grado di star seduto
-Controllare che il bambino tocchi meno possibile le attrezzature dello studio
-In attesa della visita, far usare al piccolo un gioco o libro portato da casa e non permettergli di condividerlo con altri pazienti
Come affermato dalla FIMP e come dimostrato dagli studi epidemiologici sull’infezione innescata da SARS-CoV-2, attualmente sembra che l’infezione “non colpisca in modo aggressivo l’età pediatrica”. Lo dimostra anche il fatto che ad oggi tra gli oltre 2.800 decessi confermati non ci sia stata alcuna vittima nella fascia di età tra 0 e 9 anni. Ciò nonostante, sottolinea l’associazione dei pediatri, “come accade per l’epidemia influenzale stagionale, i bambini rappresentano il maggior serbatoio di diffusione del virus nei confronti degli adulti”. Questo significa che i bambini potrebbero diffondere la malattia a persone immunodepresse o con sistema immunitario indebolito.
Il coronavirus è meno letale del previsto
Come dichiarato a fanpage dalla virologa Ilaria Capua, il nuovo coronavirus potrebbe essere presente in Italia da diverso tempo, persino da mesi. Il fatto che fino ad oggi sia rimasto “nascosto” e che al momento si stiano registrando così tanti casi può essere vista come una buona notizia: “Tanto più cresce il numero delle persone infette – o meglio: tanto più scopriamo casi pregressi e passati inosservati – tanto meglio è. Perché vuol dire che il numero degli infetti è maggiore di quanto pensavamo. E il potenziale letale del virus, molto minore”, ha affermato la specialista
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