Diecimila casi al giorno, aumento dei positivi in Italia ma con grande soddisfazione, rispetto allo scorso anno, il numero dei decessi per Covid è diminuito drasticamente, merito delle campagna vaccinale che ha immunizzato l’85% della popolazione italiana.
Ma la pandemia potrà finire solo con l’aiuto dei vaccini? Purtroppo no, è opportuno continuare a vaccinarsi ma anche sperimentare e mettere in atto cure farmacologiche.
A quanto pare, il compagno di viaggio dell’attuale vaccino è stato trovato: si tratta di un farmaco anti covid, che va preso nei primi giorni dal contagio e ha il compito di bloccare la fase più grave della malattia.
Arriva la notizia che la disponibilità della pillola anti-covid ci sarà “nelle settimane successive” al Natale. A dirlo il direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) Nicola Magrini. “Ci siamo però attivati affinché la prenotazione di questi due farmaci orali ci sia il prima possibile, avendo proceduto in accordi in tal senso in questi giorni. La valutazione sarà compiuta nei prossimi giorni anche a livello centrale, dell`Agenzia Europea del Farmaco per i due farmaci in sequenza, Hanno dato risultati più che promettenti, piuttosto confortanti. La valutazione compiuta si avrà nelle prossime settimane, un primo parere positivo è stato dato per avviare la prenotazione e l`acquisto di questi due farmaci appena sarà possibile”.
Sono due i farmaci che avviano la strada per la cura del Covid.
A inizio ottobre 2021, il colosso Merck Sharp & Dohme, in partnership con Ridgeback Biotherapeutics, ha registrato la prima pillola indicata per il trattamento del Covid. Si tratta dell’antivirale molnupiravir. I più informati la chiamano pillola Merck.
Tecnicamente è un profarmaco del derivato nucleosidico sintetico N4-idrossicitidina. La sua azione antivirale si esplica attraverso l’introduzione di errori di copiatura durante la replicazione dell’RNA virale.
Nelle scorse settimane inoltre, Pfizer ha reso noto che la sua pillola, chiamata Paxlovid, è sicura e riduce dell’89% il rischio di ricovero e morte nelle persone ad alto rischio se presa nell’arco di tre giorni dalla diagnosi. La pillola, se assunta insieme all’antivirale ritonavir, è altamente efficace se presa nei giorni successivi alla diagnosi.
Ma come funziona la pillola anti-Covid?
“Praticamente Merck – ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco – è come fornire al virus dei mattoncini Lego della sequenza del genoma, però sbagliati, che fanno inciampare la replicazione del virus impedendogli di propagarsi nelle cellule. La terapia è di 5 giorni con una dose ogni 12 ore e i risultati, sia in termini di riduzione della carica virale sia della riduzione della patologia, sono confortanti“.
Dopo quanto tempo si guarisce? “Ci vogliono sempre i 5 giorni di somministrazione, però – precisa Pregliasco – già in seconda giornata le cose migliorano e i risultati si vedono”. Ma “l’efficacia – avverte – è collegata anche alla tempistica di somministrazione, quindi prima si assume meglio è“.
Effetti collaterali? “I risultati non evidenziano alcun particolare effetto negativo in termini di tollerabilità. Gli eventi avversi registrati – assicura il virologo – sono davvero pochissimi e di nessun particolare rilievo sugli aspetti gastrici, assolutamente non gravi“.
A chi potrà essere somministrato il farmaco? “E’ per tutti – risponde il medico – non solo per i casi gravi, e il bello è che è ideale per essere somministrato a casa. Appena ci sarà la registrazione sarà possibile prescriverlo anche sul territorio”.