Coronavirus

La provincia cinese Jilin colpita da una nuova ondata di contagi, 8000 in totale. Gli abitanti: “Abbiamo paura e chiudiamo tutto”



Nell’immagine: Jilin city

A riportare la notizia è il giornale cinese news.mingpao.com che riferisce della nuova ondata di contagi di Coronavirus che ha colpito la provincia di Jilin city. “Abbiamo paura e chiudiamo tutto“, avrebbero annunciato gli abitanti.

Il governo municipale di Jilin ha annunciato una serie di misure per rafforzare la prevenzione e il controllo dell’epidemia. Oltre alla sospensione del servizio passeggeri alle 6 del mattino, tutte le rotte passeggeri e i tour noleggiati saranno sospesi.

Chiusi tutti i luoghi di intrattenimento e culturali: scuole, sale da ballo e da canto e altri luoghi di esibizione, Internet café, stadi al coperto, sale per scacchi e carte,  palestre, negozi.

Dopo lo scioglimento del lockdown pertanto la Cina ha dovuto affrontare diversi focolai che fanno paura, registrando in totale 108 milioni di nuovi contagi.

Nuova paura nella provincia di Jilin

A preoccupare in questo momento è soprattutto la provincia di Jilin, che da lunedì 18 maggio, ha chiuse le scuole, sospeso il trasporto pubblico e finite in quarantena migliaia di persone, che credevano di aver superato la fase acuta dell’epidemia.

Non ci sentiamo più al sicuro – ha detto a Bloomberg Fan Pai, che lavora in un centro commerciale a Shenyang, una città nella vicina provincia di Liaoning, che pure sta anche affrontando nuove restrizioni -. I bambini che giocano fuori indossano di nuovo le mascherine e gli operatori sanitari stanno camminando con indumenti protettivi. È frustrante perché non sappiamo quando finirà questa storia“. La decisione evidenzia la preoccupazione dei governi di una possibile seconda ondata dell’infezione da Coronavirus.

Le autorità dell’omonima città di Jilin hanno imposto la quarantena a più di ottomila persone ritenute a rischio, mentre la vicina Shenyang ha imposto tre settimane di isolamento in ospedale a chiunque sia arrivato da Jilin dopo il 22 aprile.

Ancora, il governo di Shulan, un’altra delle città più colpite, ha annunciato l’introduzione di misure ancora più stringenti a partire da oggi.

I complessi residenziali con casi confermati o anche solo sospetti sono stati chiusi e solo una persona a famiglia sarà autorizzata nei prossimi giorni ad uscire per acquistare beni di prima necessità. Insomma, un vero e proprio deja vu di quanto successo solo pochi mesi fa, quando i primi casi di infezione sono stati registrati a Wuhan, dove pure nel corso della scorsa settimana è stato segnalato un nuovo cluster, con sei nuovi contagi. 

La maggior parte dei cinesi non è stata esposta al virus e al momento è ancora suscettibile all’infezione da Covid-19 perché non è stata raggiunta l’immunità di gregge”, ha spiegato alla CNN nel corso del fine settimana l’epidemiologo cinese Zhong Nanshan, che ha aggiunto: “La nazione sta affrontando una grande sfida, la situazione non è migliore rispetto ai paesi stranieri“.


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