Sono moltissime le persone, in Italia, che hanno patologie talvolta riconosciute come “comuni” ma non meno invalidanti di altre: si tratta dell’artrosi e dell’artrite reumatoide. Nei casi più gravi infatti, queste due malattie possono rendere la vita impossibile e il soggetto che ne soffre, ha necessità di essere aiutato dai familiari per svolgere semplici attività quotidiane.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, sistemica potenzialmente invalidante, ad eziologia non chiaramente definita, ma verosimilmente di origine autoimmune.
La patologia colpisce prevalentemente le articolazioni in modo simmetrico, ma essendo sistemica può coinvolgere molti organi del corpo, per esempio cuore, polmone e reni. L’artrite reumatoide si sviluppa perché, in un soggetto geneticamente predisposto, un evento scatenante ambientale attiva una risposta auto-immune; si assiste così a un’attivazione anomala del sistema immunitario, che colpisce le articolazioni causando infiammazione cronica e conseguente danno articolare.
L‘artrosi invece è una malattia dovuta all’usura e all’invecchiamento delle articolazioni, che colpisce soprattutto le sedi più sottoposte al carico, cioè le anche, le ginocchia e la colonna vertebrale; più raramente può interessare anche le articolazioni di mani e piedi. I sintomi più comuni dell’artrosi sono il dolore, la rigidità e la limitazione nell’utilizzo dell’articolazione. I sintomi iniziano a comparire intorno ai cinquant’anni, soprattutto in pazienti di sesso femminile in post-menopausa.
Pochi sanno che, soffrire di queste due patologie può dar diritto all’assegno di accompagnamento che è pari a 512,34 euro che vengono corrisposti per 12 mensilità.
Se il contribuente è affetto da questi due disturbi di salute e ha costante necessità di rivolgersi all’aiuto di terzi per compiere la maggior parte degli atti quotidiani ha il diritto di ricevere l’ accompagnamento.
Tale indennità serve ad assicurare un’entrata economica mensile a chi deve sostenere i costi dell’assistenza domiciliare e non solo. Chi viene colpito da gravi disturbi e sindromi non sempre infatti riesce a recuperare la propria autosufficienza e deve quindi farsi aiutare da personale specializzato.
Pochi sanno che la difficoltà o l’impossibilità di deambulazione non è l’unico requisito che dà diritto alla prestazione e quindi credono, erroneamente, di non poter chiedere all’INPS l’assegno.
Insieme alle patologie sopra elencate, se ne aggiunge un’altra che da diritto all’assegno di accompagnamento ovvero spondilite anchilosante, la coxo-artrosi, la spondiloastrosi e l’artrosi polidistrettuale.
Si tratta di patologie che nelle forme più gravi diventano invalidanti e rendono impossibile a chi ne soffre affrontare i compiti della vita quotidiana senza aiuti. Per presentare la domanda dell’indennità all’INPS bisogna essere in possesso di altri requisiti e del verbale dell’accertamento sanitario. Per gli ultimi aggiornamenti relativi ai criteri e alle modalità di assegnazione della prestazione economica si rimanda il Lettore alla circolare INPS n.148/2020.