Essere informati su tutte le agevolazioni economiche, fiscali, sulle prestazioni pensionistiche, sanitarie e su quelle previdenziali che lo Stato italiano mette a disposizione dei cittadini, non è assolutamente semplice.
Sono molti infatti i lettori che ci scrivono per avere informazioni riguardo l’assegno sociale, in particolare se esso si può addizionare all’assegno pensionistico di reversibilità o alla pensione indiretta, destinata ai superstiti e in caso di morte del lavoratore o del pensionato.
L’obbiettivo sarebbe quello di incrementare l’importo di queste pensioni che spesso non garantiscono una vita dignitosa.
Quando un coniuge si avvale del diritto della pensione di reversibilità, si accorge, talvolta, che gli importi sono piuttosto miseri. In tal caso, si profila dell’opportunità di richiedere l’assegno sociale ad integrazione di quello destinato ai superstiti.
Al contrario, c’è chi percepisce già l’assegno sociale e teme che la richiesta di reversibilità venga negata. Come fare per non rischiare di perdere soldi ed aumentare l’assegno mensile? Non esiste una risposta univoca all’interrogativo. È necessario considerare gli importi che danno accesso ai trattamenti assistenziali per capire quando si acquisisce il diritto all’assegno sociale o alla reversibilità.
Aumentare la pensione di reversibilità grazie all’assegno sociale è possibile secondo alcuni limiti.
La legge n. 335, 8 agosto 1995, meglio nota come Legge Dini, stabilisce l’ammontare della pensione di reversibilità in base agli altri redditi percepiti. Stando al testo della legge, gli altri redditi si possono sommare alla pensione superstiti seguendo tale schema:
1)quando il reddito del pensionato è superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo, allora l’importo della reversibilità è pari al 60%;
2)quando il reddito è superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld), allora la reversibilità è pari al 75%;
3)quando il reddito è superiore di 5 volte il trattamento minimo annuo, allora la reversibilità spetta per una percentuale pari al 50%.
Attualmente, l’importo dell’assegno sociale corrisponde a 5.977,79 euro annui, ossia 459,83 euro per 13 mensilità per i cittadini che formano un nucleo familiare da soli.
L’eventuale riduzione di tale assegno viene applicata in maniera che il trattamento complessivo non superi il suddetto importo massimo annuale. In buona sostanza, quando si è titolari di pensione di reversibilità, l’importo dell’assegno sociale si calcola sottraendo all’importo massimo di pensione l’ammontare dei redditi annuali. Pertanto, l’importo dell’assegno sociale varia in base all’importo di pensione di reversibilità percepita.
Facciamo un esempio chiarificatore: se Carla percepisce una reversibilità pari a 3 mila euro all’anno, allora l’importo di assegno sociale che le spetta sarà di 2.977,79 euro annui. Nel caso in cui l’importo annuale della reversibilità percepita da Carla superi il limite dell’assegno sociale, la vedova non potrà ricevere anche quest’ultimo.
Ogni caso va considerato nella sua specificità in quanto i calcoli possono variare se il titolare di pensione è coniugato o percepisce una pensione di invalidità. Inoltre, è bene verificare che sussistano i requisiti di accesso all’assegno sociale.
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