Coronavirus

Lettera di una mamma a Conte: “sono rimasta senza lavoro, non spegnere i nostri sogni”


Una lunga lettera di una mamma è giunta a Giuseppe Conte in cui emerge la sofferenza di una donna sola, senza lavoro, con dei figli da crescere. Ecco cosa chiede al Presidente.

Sono Sabrina, sono mamma di tre figli, divorziata. Sono senza lavoro”.

Inizia così la lettera che una donna di 42 anni di Crotone ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nella giornata del Primo maggio. Lei lavorava all’ex Bricofer prima che l’azienda, proprio all’esplosione dell’emergenza sanitaria, decidesse di licenziare tutti i suoi dipendenti di Crotone.
Fine ad un mese fa – scrive Sabrina – lavoravo presso un azienda qui a Crotone dove ho prestato il mio servizio per 10 anni, che è terminato all’inizio della disposizione della chiusura di tutto. Si ho perso il lavoro e sono stata messa dopo tanto tempo in cassa integrazione, quella cassa integrazione che non riesce ancora ad arrivare”.

Sa presidente – prosegue la lettera – con quel lavoro che per me era stato sicuro fino a quel giorno, ho provveduto a mantenere me e i miei figli. Ma le dirò di più: ho fatto un prestito per aprire un negozio a mia figlia, una ragazza di 19 anni che ha finito gli studi, aiutandola a farla affacciare al mondo del lavoro, credendo fortemente che con il mio aiuto e la sua professionalità tecnica e la mia artistica avrebbe potuto portarsi anche il suo stipendio a casa. Perché è di quello che parliamo: di uno stipendio dato le tasse e tutte le spese che ha un commerciante oggi”.

Ho avviato questa attività esattamente una settimana prima di Natale, ma dopo neanche due mesi a causa della diffusione del coronavirus e prima del suo definitivo lockdown, io da corretta cittadina ho chiuso la porta del futuro di mia figlia e la mia: perché viene prima di tutto la salute e poi altro .Ero speranzosa di riaprirlo il più presto possibile”.

L’attività di cui parla la donna è un agenzia di eventi pubblici e privati, con vendita al dettaglio e due codici Ateco: “Sa perché due? – scrive Sabrina – Proprio perché ho pensato a tutto, a non mollare mai e che se una parte fosse andare male, c’era che poteva salvarci”.




A causa della chiusura “quella parte che costituisce quasi 80% di questa attività, quella degli eventi, non potrà riprendere. Proprio quella che in tutti questi mesi non avete mai citato tra le attività messe in ginocchio. Sì quella parte per noi era molto importante, tutti gli eventi da febbraio fino ad oggi annullati, eventi importanti che portavano fatturato (18esimi, comunioni, compleanni, eventi pubblici sportivi, culturali) che mi avrebbero impegnata tutta la stagione estiva”.

Ora ci ritroviamo ad affrontare una riapertura senza un euro – evidenzia la donna -, ma io ho pagato intanto tutte le tasse, le fatture Enel, per non parlare dell’affitto che devo capire come affrontarlo”.




Mi ritrovo ancora ad oggi a pagare un prestito senza avere entrate. Ho cercato anche di sospenderlo per un po’ di tempo, ma lei sa esattamente cosa è la burocrazia. Io aspetto documenti dalla mia azienda che ritarda ad inviarmeli: mi serve un semplice documento che attesti la mia messa cassa integrazione e fino a che non arriverà io devo continuo a pagare. Sa signor Presidente i soldi finiscono , e penso che oltre il danno anche la beffa andrò a finire in crisi probabilmente ma non per colpa mia”.

Ecco cosa Sbrina chiede a Giuseppe Conte: “lei ha dato la possibilità di chiedere dei prestiti, ha chiesto alle banche di essere amorevoli: mi sembra una barzelletta. Ero quasi propensa ad indebitarmi di nuovo ma ci hanno pensato le condizioni del prestito a non farlo. Si chiede il fatturato lordo dell’anno precedente, ma secondo voi presidente, con nemmeno due mesi di apertura che fatturato avrei potuto avere per usufruire del prestito di 25 mila euro”.




Le chiedo – conclude Sabrina – di non spegnere sogni e sacrifici di noi commercianti e farci riaprire dignitosamente con aiuti a fondo perduto e le modalità uguali per tutti, proprio come le leggi. Quelle leggi che da quasi 50 giorni lei lo sta chiedendo a noi di rispettare. Ora tocca a voi”.


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