Coronavirus

L’infettivologo Bassetti fa le previsioni sul Covid-19 per i prossimi mesi e per l’autunno



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Ci sono varie novità molto interessanti, oltre ad alcune conferme sul fronte COVID.
A distanza di più di 5 settimane dalla riapertura del 4 maggio (ovvero dopo un tempo che è di 2 volte e mezzo quello massimo di incubazione della malattia) non si è assistito, come qualcuno aveva previsto, ad un aumento dei contagi nè tanto meno dei casi di malattia ricoverati in ospedale o gestiti a casa.

Il primo focolaio italiano di COVID-19, che è iniziato con numeri importanti a febbraio, sta quindi volgendo al termine in tutte le regioni italiane, compresa la Lombardia. Speriamo di arrivare a zero contagi entro le prossime 3-4 settimane. Credo che questa sia una buona notizia. Basta terrorismo e catastrofismo. Con molta cautela e senza il “liberi tutti”, guardiamo con ottimismo al futuro”.  Queste le parole di Matteo Bassetti, infettivologo che ci ha accompagnati in questa lunga fase di lockdown.

Lo stesso dottore che ora fa delle previsioni sui mesi successivi e sul prossimo autunno.

Il virus ha perso forza, è più debole e alcuni geni che c’erano all’inizio (probabilmente quelli che lo rendevano più aggressivo e letale) ora non ci sono più.

Anche oggi i numeri italiani relativi ai ricoveri e ai nuovi contagi sono molto positivi. Ci stiamo lentamente avvicinando all’agognatissimo traguardo dei contagi 0. Per quel che riguarda i nuovi ricoveri in terapia intensiva allo 0 ci siamo da alcuni giorni. Navighiamo lentamente verso un completo controllo del primo focolaio europeo di COVID-19″. 



Possiamo quindi festeggiare?

Assolutamente no. Cerchiamo di avere ancora pazienza e magari per le meritate ferie d’agosto potremo rivedere nasi e bocche, anche degli sconosciuti…”

Cosa succederà nel prossimo autunno?

Nessuno può saperlo e fare previsioni oggi equivale a quelle che furono fatte a gennaio per la pandemia incombente.
Io credo che con il SarsCoV-2 ci dovremo convivere, conoscendolo meglio, ma, con questo, non vuol dire che saremo nuovamente travolti da una seconda ondata. Io sono fiducioso nei mezzi del nostro sistema sanitario e ottimista che, se si ripresenterà con le stesse caratteristiche di questa ultima coda, non dovremmo avere grandi problemi ad affrontarlo al meglio.

L’OMS ha dichiarato che gli asintomatici non possono infettare. Cosa ne pensa?

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato una dichiarazione che ha destato diverse polemiche: i soggetti infettati e asintomatici hanno meno probabilità di diffondere il contagio del SarsCov-2 rispetto a quelli che hanno sviluppato sintomi.

Credo che l’OMS dovrebbe usare un po’ più di cautela quando vengono date certe notizie. Da un’istituzione internazionale così importante ci si aspetta che nel momento in cui si pronuncia, lo faccia su delle chiarissime e incontrovertibili evidenze scientifiche.
Buona parte delle misure che stiamo utilizzando, sono infatti state prese proprio per evitare il contagio dagli asintomatici e che questi ultimi rappresentino un problema importante.
In ogni caso credo che il tema degli asintomatici andrebbe studiato di più e meglio. Probabilmente gli asintomatici non sono tutti uguali. La possibilità o meno di trasmettere il virus è infatti una questione legata alla carica virale, può variare tra soggetto e soggetto. Più la carica virale è bassa più calano le probabilità di contagio.




Ci sono infatti 4 categorie di asintomatici:
– gli asintomatici che resteranno tali e che sono portatori sani del virus; questi dovrebbero avere una bassa carica virale e quindi bassa probabilità di contagiare
– La seconda categoria è quella degli asintomatici che nel giro di qualche giorno svilupperanno poi i sintomi, i cosiddetti pre-sintomatici ovvero quelli nella fase di incubazione, e questi presenterebbero invece una più alta carica virale con una conseguente maggiore probabilità di essere contagiosi”.
– la terza categoria è quella dei paucisintomatici, ovvero soggetti che presentano sintomi lievissimi e che possono passare inosservati, con una carica virale ancora diversa probabilmente più elevata
– la quarta categoria è quella dei “non più sintomatici” quelli che sono guariti e che dopo due tamponi negativi tornano ad avere positività.

Ebbene questi hanno probabilmente carica virale bassissima o addirittura nulla e non sono in grado di trasmettere l’infezione
Bisognerebbe quindi misurare la quantità di virus presente sul tampone o su altro materiale testato e dare un numero.




Quindi non solo se uno è positivo o negativo, ma anche quanto virus c’è. Fare quindi un esame sia qualitativo che quantitativo. Solo così si potrebbe stabilire la soglia sopra la quale si è contagiosi oppure no.
I numeri dei nuovi contagi continuano a scendere così come i ricoveri nei nostri ospedali. Speriamo che con la fine del mese di giugno si possa festeggiare la fine di questa prima ondata. Ce lo meritiamo tutti.


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