L’INPS taglierà le pensioni di reversibilità nel 2023 alle vedove che superano questo reddito nei prossimi mesi

 

La pensione di reversibilità rappresenta il sostegno economico più importante per i superstiti, ovvero mogli, mariti, figli che, al decesso del proprio familiare, hanno diritto a riscuotere la pensione del de cuis ovvero il soggetto deceduto che era proprietario dei beni costituenti il patrimonio ereditario, tra cui la sua pensione.

Pochi sanno però che, alla morte del soggetto, i superstiti non sempre avranno il diritto di incassare il 100% dell’assegno pensionistico, bensì solo una percentuale che sarà calcolata in base al reddito di chi richiede il sussidio.

Inoltre conviene ricordare che l’INPS arriva a sospendere o a tagliare immediatamente il pagamento di quest’assegno sulle pensioni di reversibilità in alcuni casi specifici. L’Inps infatti, valuta costantemente i redditi della vedova e in caso questi stessi redditi superano il limite concesso, l’ente di previdenza taglia l’assegno.

Basti pensare che ci sono delle vedove che percepiscono una pensione propria e se questa è molto alta, non potranno ottenere la reversibilità del marito.

Tagli in base al reddito

Nel 2023 avrà diritto all’assegno di reversibilità senza decurtazioni soltanto il coniuge superstite che dichiara redditi al di sotto dei 21.985,86 euro.

A partire da gennaio 2023 con redditi oltre i 21.985,86 e fino a 29.314 euro l’INPS applicherà una riduzione dell’assegno del 25% sull’assegno.

E i pensionati con redditi superiori a 36.643 euro perderanno invece il 40% del rateo. Infine il contribuente che possiede redditi oltre questa soglia percepirà la metà dell’importo.

Quindi, nel corrente anno, le vedove che hanno un reddito personale che supera 29.314euro, avranno 25% in meno della pensione di reversibilità. Ricordiamo che per redditi personali, si intende anche il ricavo di eventuali immobili (case ed appartamenti) dati in affitto.

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