Lorella Cuccarini, classe 1965, bellissima show-girl e attice, ha rilasciato un’intervista in cui, con grande amarezza, parla della sua malattia.
Scoperta da Pippo Baudo che l’ha voluta al suo fianco come showgirl nei varietà del sabato sera di Raiuno Fantastico 6 e Fantastico 7, rispettivamente del 1985 e 1986, è passata successivamente alla Fininvest (l’attuale Mediaset) nel varietà Odiens di Antonio Ricci, la cui sigla, La notte vola, ha riscosso particolare successo. Negli anni novanta ha formato un sodalizio professionale con Marco Columbro, con il quale ha condotto diverse edizioni di varietà come Paperissima e Buona Domenica.
I genitori si separarono quando Lorella aveva dieci anni e da allora la Cuccarini ha avuto pochi rapporti col padre. Lorella Cuccarini è sposata dal 3 agosto 1991 con Silvio Capitta, produttore discografico e televisivo, proprietario della Triangle Production, conosciuto anche con lo pseudonimo di Silvio Testi (nato nel 1954), dal quale ha avuto quattro figli.
Nel 1994 ha conseguito la maturità linguistica da privatista.
Nel 2002 la conduttrice è tornata in Rai, conducendo Uno di noi, show del sabato sera di Rai 1 abbinato alla Lotteria Italia, assieme a Gianni Morandi e Paola Cortellesi.[23] Nello stesso anno viene pubblicata dalla Epic la raccolta Le più belle canzoni, contenente tutte le sue più famose canzoni e sigle. In questo periodo è inoltre costretta a un ritiro temporaneo dalle scene a causa di un tumore alla tiroide poi guarito completamente grazie all’asportazione della ghiandola.
La donna ha raccontato di essersi accorta del problema dopo un controllo di routine dato che perdeva peso, si sentiva sempre stanca, con una forte tachicardia e con profonde occhiaie.
«Dimagrivo ogni giorno di più», racconta Lorella Cuccarini. «Ero nervosa e inquieta… Poi lo specialista endocrinologo e la sua sentenza: “Neoplasia”. Tumore. Tre sillabe, una visione della vita che va in frantumi… Da allora vivo senza tiroide».
«Sono dall’endocrinologo. Per scrupolo. Una visita come le altre, giusto per fare dei controlli generici di routine. Fino a questo momento ero stata una persona fortunata, abituata a considerare la buona salute quasi scontata. La malattia più grave? Per me era stata una banale appendicite. Ma ora l’endocrinologo corruccia la fronte, mi guarda come se volesse farmi coraggio. La sua sentenza: “Signora Cuccarini, ha un nodulo alla tiroide. Lo spessore è già di alcuni centimetri: deve sottoporsi ad altri accertamenti. Con urgenza”.
“Prendo ogni giorno un farmaco, la L-tiroxina sodica, e non ho più nessuno dei disturbi che mi avevano colpito all’inizio della malattia. Ogni tanto sento ancora crescere dentro di me la preoccupazione che il nodulo abbia lasciato qualcosa nel mio corpo. Per questo mi sottopongo ai controlli ogni due o tre mesi. So che la malattia non è ereditaria, quindi sono tranquilla per i miei figli. La storia della mia tiroide perduta la racconto con il sorriso sulle labbra”.