Esteri

Mamma lascia sul tavolo una bottiglietta di candeggina con cannuccia, nella speranza che il figlio, tre anni, la bevesse


Una mamma di 20 anni, stanca e insoddisfatta di essere madre, ha lasciato una bottiglia di candeggina con una cannuccia nella speranza che il figlio, tre anni, la bevesse. Lo scopo era quello di ucciderlo.

I medici e gli assistenti sociali che hanno esaminato il corpo del bambino, hanno scoperto che aveva 80 lividi sulla testa e sul corpo.

Tuttavia, la donna ha continuato ad ammettere quello che aveva fatto – e ha confessato di aver lasciato la candeggina con lo scopo di avvelenarlo.

Non è la prima volta che tenta di ammazzarlo in modo implicito: ha anche raccontato agli agenti della polizia di aver aperto una finestra, nella speranza che il bambino potesse cadere giù.

Ma nonostante l’orribile calvario subito dal bambino, sua madre non è mai stata condannata ed ha ottenuto la sospensione della pena, dopo aver commessi atti di crudeltà sui minori.

I suoi abusi sono venuti alla luce quando ha portato il suo bambino a casa della madre del suo compagno, che ha contattato i servizi sociali vedendo il bambino martoriato dalle violenze.

Gli assistenti sociali sono rimasti profondamente scioccati dalle condizioni del bimbo e hanno detto di “non aver mai visto niente di così agghiacciante“.

Il bambino è stato portato al pronto soccorso prima di essere affidato ad una casa famiglia.

I medici hanno riscontrato estesi lividi sulle braccia, sulle gambe e sulla testa del ragazzo. C’era anche sanguinamento alla retina.

Da allora il bambino è stato collocato in un “ambiente sicuro e protetto“.

Nonostante abbia inizialmente incolpato il suo fidanzato per gli abusi, la donna in seguito ha confessato tutto.

Ha ammesso di non aver dato sufficiente cibo a suo figlio e di non voler essere madre.

Craig Sutcliffe, avvocato della donna ha riferito che la sua cliente si vergognava di se stessa e che il suo stato derivava da un disturbo borderline di personalità.

Il giudice Penelope Belcher ha dichiarato che non era “nell’interesse pubblico” che la donna venisse incarcerata – pertanto sarà affidata ad un equipe di esperti.


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