Negli ultimi giorni la premier Giorgia Meloni ha ripetuto più e più volte che la manovra finanziaria in atto, mira a sostenere i più poveri . Oppositori, invece, parlano di un infelice stratagemma per aiutare gli evasori fiscali con alcune misure ben precise, come l’annullamento delle cartelle esattoriali e l’innalzamento degli standard per i pagamenti elettronici e in contanti.
Molte le novità del reddito di cittadinanza che presto sarà concesso solo a poche famiglie, quelle con minori, disabili, disoccupati ultra 60enni. Mentre invece, una recente e unica disposizione sembra convincere tutti e riguarda i salari. Si tratta di una piccola somma di 395 euro che sarà pagata ai lavoratori con i redditi più bassi da gennaio, in aggiunta allo stipendio. Scopriamo nel dettaglio.
Il cuneo fiscale altro non è che la differenza tra stipendio netto e stipendio lordo per i lavoratori dipendenti. Tagliare il cuneo fiscale significa aumentare ciò che finisce sui conti correnti dei lavoratori, riducendo la tassazione sul lavoro. Ed è proprio su questo che interviene il governo, con un nuovo taglio del cuneo fiscale. Tradotto in termini pratici e quindi in soldi, si tratta di un incremento di 395 euro annui. Naturalmente si parte dalle fasce reddituali più basse, perché per chi ha stipendi fino a 10.000 euro all’anno, ci sarà un incremento di 231 in più.
Attraverso questa manovra si potrà dare un concreto aiuto ai dipendenti e operai italiani. Inoltre non si perde nulla dal punto di vista pensionistico. Infatti il taglio limita ciò che ogni mese il lavoratore accantona per la sua pensione. Si tratta della quota di contribuzione a carico del lavoratore sul 33% di aliquota contributiva che ogni mese viene applicata. Il 9,19% di questo 33% infatti è a carico del lavoratore. E sarà su questo 9,19% che si applicherà lo sgravio. Con lo Stato che verserà ciò che non versa il lavoratore per garantirgli la stessa pensione che avrebbe preso senza taglio.
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