Diritti e doveri

Molti lavoratori dovranno restituire il bonus Renzi da 100 euro nel 2022. Ecco perchè

Gli italiani tornano nel mirino dei controlli: la cattiva notizia non piacerà a molti lavoratori, alcuni dei quali dovranno restituire i soldi del bonus Renzi percepito in aggiunta alla busta paga. Cerchiamo di capire perchè.

Bonus Renzi da restituire

Molti lavoratori dal mese di luglio 2020 percepiscono un Bonus IRPEF da 100 euro al mese, direttamente in busta paga che ha sostituito il Bonus Renzi da 80 euro al mese, infatti con il taglio del cuneo fiscale il Bonus da 80 euro è diventato da 100 euro.

È con la presentazione del modello 730/2021 che si verifica il diritto a beneficiare del credito IRPEF e, se non si rispettano i requisiti di reddito, scatta l’obbligo di restituzione. Vediamo in quali casi.

Prima di capire chi dovrà restituirlo, facciamo chiarezza: chi ha diritto a percepire il bonus Renzi nel 2022?

Il bonus è in pratica una integrazione di 100 euro al mese che i lavoratori si vedono aggiunti in busta paga, per un massimo di 1.200 euro all’anno.

Fino all’anno scorso le cose erano decisamente diverse perché l’ex bonus Renzi spettava a tutti i contribuenti con un reddito massimo di 28mila euro all’anno. Da Gennaio 2022 potranno percepirlo solo coloro che hanno un reddito fino a 15.000 euro.

Significa che tutti coloro che hanno un Isee al di sopra della soglia dei 15mila euro smetteranno di percepire il bonus 100 euro?

Non esattamente. Infatti, a seconda delle situazioni potrebbero avere diritto al bonus anche coloro che hanno un reddito massimo di 28mila euro.

I fattori da prendere in considerazione corrispondono alle seguenti detrazioni Irpef:

  • numero di familiari a carico
  • erogazioni liberali
  • redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione
  • spese mediche
  • mutui agrari e per la prima casa stipulati entro il 31 dicembre 2021
  • rate non fruite delle detrazioni di spese per il recupero del patrimonio edilizio o per la riqualificazione energetica sostenute entro il 31 dicembre 2021

Le 3 categorie dei lavoratori che restituiranno il bonus

1.  Redditi tra 26.600 e 28.000 euro
Chi, nel 2020, ha percepito un reddito lordo annuo compreso tra queste cifre, dovrà restituire l’ex bonus Renzi percepito tra gennaio e giugno 2020, mentre manterrà il bonus 100 euro ricevuto da giugno 2020 in poi.

Questo perché il prossimo 730, terrà conto sia dei redditi percepiti tra gennaio e giugno 2020 (bonus 80 euro) sia di quelli percepiti da luglio dello stesso anno in poi che rientrano, invece, nel bonus 100 euro.



2.  Redditi superiori ai 28.000 euro
Anche chi ha redditi superiori ai 28mila euro all’anno si troverà a dover restituire, totalmente o parzialmente, gli eventuali bonus percepiti nel 2020. L’importo da rendere sarà calcolato correttamente in sede di dichiarazione dei redditi.

3.  Redditi inferiori a 8.174 euro
Si penserebbe che i contribuenti incapienti siano esonerati dall’obbligo di restituire il bonus 100 euro. Invece, proprio in virtù della loro incapienza – la nuova Irpef ha fissato la no tax area proprio a 8.174 euro –, cioè per il fatto che nel loro caso le detrazioni Irpef da lavoro dipendente risultano maggiori all’imposta lorda, dovranno ridare l’agevolazione ricevuta nel 2020.

Infine, esiste un caso limite. Ed è quello che presenta errori nel 730 commessi dal contribuente o dall’Agenzia delle Entrate: capita spesso, infatti, che a causa di sbagli, i contribuenti si ritrovino a dover restituire il bonus 100 euro o altre agevolazioni, ragion per cui è sempre meglio chiedere l’aiuto a professionisti e patronati che forniscono un aiuto nella compilazione della dichiarazione dei redditi.

In che modo restituirlo?

Restituire il bonus IRPEF non spettante, significa quindi dover restituire il bonus indebitamente percepito per una serie di motivi (come per esempio nei casi che ti ho spiegato nei passi precedenti). La restituzione avviene in due modi:

-A conguaglio, nella busta paga di dicembre (oppure nell’ultima busta paga in caso di licenziamento/dimissioni);
-Con la dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Unico).

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