Si stima che entro il 2030 la depressione sarà la patologia più diffusa al Mondo. Ad oggi solo le malattie cardiovascolari sono più diffuse. Ma non c’è solo la depressione tra le malattie che colpiscono il sistema nervoso o psichico.
Le patologie psichiche, mentali e del sistema nervoso, non sono meno gravi di menomazioni agli arti o malattie dell’apparato digerente. E per questo che anche queste malattie possono dare diritto a prestazioni quali l’assegno di accompagnamento, la pensione di invalidità e gli altri benefici della Legge 104.
La depressione è una malattia, uno squilibro dell’umore caratterizzato da sentimenti di tristezza di diversa gravità, inadeguatezza, mancanza di speranza, sensazione di malessere profondo, sensi di colpa e dubbi. Essa rappresenta pertanto una malattia che genera inabilità e se pur è una patologia dell’anima, comunque genera malessere.
Chi è vittima di depressione merita la stessa attenzione e le stesse cure di qualsiasi altra persona malata, in quanto si tratta di una patologia uguale a tutte le altre, anzi, a volte perfino più grave.
L’inps, con una recente circolare, ha circoscritto le patologie che permettono di fare domanda d’invalidità per depressione e altre malattie mentali.
Per i disturbi psichici, la demenza grave da diritto al 100% di invalidità anche con accompagnamento e benefici della Legge 104. Anche la demenza iniziale, così come l’insufficienza mentale media sono patologie che vengono considerate gravi nelle tabelle. Infatti per entrambe queste patologie si arriva già al 70% quando vengono diagnosticate. Per disturbi della memoria in forma grave, i punti percentuali previsti sono 50%.
Una psicosi ossessiva da fino ad 80%, mentre per la sindrome delirante si ha il 100% di invalidità alla pari della sindrome schizofrenica grave. Per la depressione invece, si va da quella endoreattiva lieve che vale 10 punti di invalidità, a quella endoreattiva grave che ne vale 40 e fino a quella grave che invece prevede 80% di invalidità.
Ecco nel dettaglio:
-l’esistenza di un’invalidità superiore al 70%,
-del requisito contributivo di 5 anni, di cui 3 versati negli ultimi 5 anni.
L’assegno ordinario d’invalidità si calcola sulla base dei contributi accreditati.
In assenza di tali presupposti è sempre possibile ottenere la pensione d’invalidità civile, in presenza di un’invalidità del 74% e un reddito non superiore a 4.853 euro.
In tali casi si ha diritto ad un assegno di 289 euro mensili e fino a 525 euro, in base alla percentuale di invalidità raggiunta.
In Italia l’INPS riconosce anche la pensione di vecchiaia anticipata per quelle invalidità superiori all’80%. In particolare possono andare in pensione gli uomini che hanno compiuto i 60 anni e 7 mesi e le donne che hanno compiuto 55 anni e 7 mesi.
Sono esclusi da tale beneficio i lavoratori pubblici e quelli autonomi. Alla non autosufficienza per un’invalidità del 100% è associato l’assegno di accompagnamento di 516 euro al mese.
Per chiedere l’invalidità civile, il paziente deve innanzitutto recarsi dal proprio medico di famiglia per la compilazione online del certificato medico introduttivo, perché sia attestata la patologia invalidante. Bisogna poi trasmettere telematicamente il certificato medico all’Inps, accedendo direttamente alla propria area personale mediante codice pin oppure tramite patronato o associazioni di categoria. L’inps provvederà a fissare la visita medica di accertamento presso la commissione asl integrata da un medico Inps.
Inviata la domanda, l’Inps fissa la data della visita che il richiedente dovrà sostenere presso la propria sede; i tempi per la chiamata possono essere anche di qualche mese. La commissione medica dovrà valutare la gravità del depressione e la capacità di quest’ultima di ridurre la capacità lavorativa dell’invalido oppure di impedirgli gli atti della vita quotidiana. I parametri da seguire sono quelli indicati nella tabella ministeriale sopra richiamata.