Nolan fa una promessa alla mamma: “Giocherò in Paradiso finché non arriverai anche tu”. La donna ha deciso di raccontare la loro storia
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Una storia molto commovente, che ha come protagonista un dolcissimo bambino che ora è tra le braccia del Signore: Nolan è morto per un tumore, ma la sua mamma ha voluto raccontare la loro vicenda, per mantenere vivo il suo ricordo di suo figlio, perchè mai potrà essere dimenticato. Ha aperto anche una pagina Facebook dedicata al suo bambino, in cui si ripercorrono i momenti più belli vissuti insieme.
Nolan fa una promessa alla mamma: “Ti aspetto”
“Mamma ti voglio bene”, sono queste sono le ultime parole che Nolan Scully ha rivolto alla sua mamma poco prima di morire. “Ci rivediamo in Paradiso”.
Nolan aveva solo 4 anni e nella sua breve vita ha dovuto combattere contro un tumore inarrestabile, che lo ha portato via dagli affetti più cari nel giro di poco tempo.
E’ la sua mamma adesso, che ha voluto raccontare la storia del suo bambino, che nonostante l’età l’ultimo periodo vissuto prima della morte, ha dimostrato una lucidità ed una fede non indifferenti.
Poco prima di andarsene il bambino disse a sua madre che l’avrebbe aspettata in Paradiso, parole che Ruth adesso, non riesce a dimenticare.
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“Sono passati quattro anni, da quando ti ho tenuto l’ultima volta tra le braccia, da quando ti ho baciato e ho sentito tutto il tuo amore per me.
Quattro anni da quando ci siamo coccolati. E adesso sento il bisogno di far conoscere al mondo gli ultimi tuoi giorni di vita”.
Perché tutti devono sapere quanto tu fossi incredibile, bello e amorevole”, le parole con cui Ruth inizia il suo racconto.
“Nolan aveva 3 anni quando gli fu diagnosticato un rabdomiosarcoma, un tumore estremamente aggressivo che come primi sintomi ha dato il naso chiuso come se avesse il raffreddore.
Nel corso dei mesi si sono susseguiti cicli di chemioterapia, di radiazione e di altri trattamenti, che però non hanno avuto successo.
Un giorno i dottori mi dissero che erano comparsi altri tumori che comprimevano bronchi e cuore. Non c’era più niente da fare.
Il cancro si stava “diffondendo come un incendio” e l’oncologo di Nolan ci disse che non era curabile. Raccolsi il coraggio necessario e lo dissi a Nolan.
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Mio figlio ebbe una reazione che mi stupì e che mi mostrò la grandissima fiducia che aveva.
Mi disse che avrebbe giocato in Paradiso finché non fossi arrivata anche io. Poi ha deciso come doveva essere organizzato il suo funerale, cosa avremmo dovuto indossare noi e lui e ciò che voleva ricordassimo di lui.
L’ultimo giorno della sua vita mi sono allontanata da lui solo per fare la doccia e lui ha scelto proprio quel momento per andarsene.
Al mio ritorno i dottori mi dissero che era in coma e che i suoi polmoni erano collassati. Mi sono sdraiata vicino a lui e l’ho accarezzato.
In quel momento è successo un miracolo: ha aperto gli occhi e mi ha detto “ti voglio bene mamma”
“Se n’è andato alle 23:54 mentre gli cantavo “You are my sunshine” nell’orecchio. Quando stava bene mio figlio era terrorizzato all’idea di lasciarmi.
Non mi lasciava neanche per fare la doccia. Adesso sono io quella che è terrorizzata all’idea di fare la doccia e di trovare il tappeto da bagno vuoto.
Un tappeto vuoto, dove un tempo un bellissimo bambino perfetto giaceva in attesa della sua mamma.
Il rabdomiosarcoma, che cos’ è il tumore che ha ucciso Nolan
Il rabdomiosarcoma fa parte dei cosiddetti sarcomi dei tessuti molli, tumori che si sviluppano a livello di muscoli, grasso o tessuto connettivo. In particolare, alla base del rabdomiosarcoma c’è la trasformazione tumorale dei rabdomioblasti, cellule che danno normalmente origine ai muscoli scheletrici volontari, ovvero quelli soggetti alla nostra volontà.
Dal momento che la trasformazione avviene in cellule muscolari in stadio molto precoce, il tumore è più comune nei bambini che negli adulti e i casi di rabdomiosarcoma dopo l’adolescenza sono rari. È importante ricordare che questo tipo di tumore si può presentare in tutte le sedi in cui sono presenti muscoli scheletrici, come per esempio gli arti, l’area testa-collo (vicino agli occhi o alla gola), gli organi dell’apparato uro-genitale (vescica, prostata, apparato riproduttore femminile), il petto, l’addome.
Se la neoplasia interessa la regione testa-collo si potranno notare sintomi come mal di testa, congestione nasale, dolore a livello auricolare o problemi alla vista. Se invece è localizzata nel tronco o negli arti si manifesteranno tumefazioni o noduli (a volte doloranti), mentre la presenza della malattia a livello uro-genitale può provocare problemi a urinare, presenza di sangue nelle urine, ma anche difficoltà intestinali, presenza di masse anomale o sanguinamenti a livello vaginale o rettale.
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