Storie

Non riescono a trovare una casa perché ha un figlio disabile. “Temono di non poterci sfrattare”


Tristissima la storia raccontata da una famiglia italiana con figlio disabile, che sta cercando disperatamente una casa da poter affittare, ma i proprietari, pensando di non riuscire più a sfrattarli in caso di mancato pagamento, indietreggiano nella richiesta.

Abbiamo cercato di risollevarci da soli, ma non ci siamo riusciti e ora non possiamo ottenere la casa popolare. Voglio solo trovare un tetto per la mia famiglia. Le agenzie ci considerano cattivi pagatori, almeno sulla carta”

La triste storia di una famiglia italiana

A raccontare la sua storia è Gianluca Rametta, padre di famiglia, che dallo scorso Gennaio è in cerca di una casa da affittare. “Nessuno ci vuole perché mio figlio è disabile – spiega Rametta -. Quando racconto questo dettaglio salta ogni possibile trattativa“.

L’uomo fa il macellaio a Incisa Scapaccino, nell’astigiano, e non lavora da sei mesi, ormai.

I mesi scorsi sono stati molto difficili e ora, a causa delle restrizioni e chiusure del nuovo dpcm, non ha possibilità di svolgere il lavoro invernale e occasionale presso le strutture sciistiche poichè sono chiuse.

Sua moglie non può lavorare per prendersi cura del loro figlio più piccolo, un bambino di 9 anni che ha un problema neurologico che gli impedisce di camminare. La coppia ha anche un altro bambino di dieci anni.

Da mesi cercano una nuova casa, dopo che i proprietari di quella in cui vivono hanno comunicato che intendono venderla. Sembra però una missione impossibile. “Ho problemi ad offrire garanzie economiche e ci sono agenzie immobiliari che vogliono addirittura due contratti in famiglia – spiega a Repubblica Torino, la prima a raccontare questa vicenda – ma anche chiedendo garanzie ai familiari, a un certo punto si inceppa la pratica e salta tutto“. Alcune agenzia gli hanno spiegato il problema: “Sono considerato un cattivo pagatore, almeno sulla carta, perché se un giorno non potessi corrispondere l’affitto, il padrone di casa non potrebbe darmi lo sfratto per via di mio figlio”.

Il signor Rametta ha chiesto di essere aiutato dal suo comune di residenza, facendo richiesta per ottenere la casa popolare ma ora sembra troppo tardi. “Ho aspettato perché volevo cavarmela da solo, ma non ci sono riuscito e ora non sono in graduatoria – racconta Rametta -. Mi servirebbe una soluzione per il tempo di risollevarmi, poi lascerei casa a chi ne ha più bisogno. Ora devo solo trovare un tetto per la mia famiglia”.

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