Omicidio Sarah Scazzi: Sabrina Misseri e sua madre Cosima hanno un nuovo lavoro che le rende felici
Il delitto di Avetrana è stato un caso di omicidio commesso il 26 agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto a danno di una giovane ragazza, Sarah Scazzi. La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell’annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima in diretta sul programma Rai Chi l’ha visto? dove era ospite, in collegamento, la madre di Sarah.
Il 21 febbraio 2017 la corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna già inflitta in primo grado e in appello dalla corte d’assise di Taranto; Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.
Il movente sarebbe da ricercare nella gelosia che Sabrina nutriva nei confronti della cugina Sarah, che cresceva in fretta e la oscurava anche agli occhi del comune amico Ivano, del quale entrambe – secondo la tesi degli inquirenti – si erano invaghite.
Le due donne sono detenute nel carcere di Taranto ormai da anni, ma pare che in occasione del Covid-19 sono riuscite a rendersi utili per la società. Le due donne infatti hanno un nuovo e importante incarico.
Cosima Serrano e Sabrina Misseri il loro nuovo lavoro
Le donne si occupano del confezionamento di mascherine protettive. Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono recluse nel carcere di Taranto, con l’accusa dell’omicidio di Sarah Scazzi. La zia e la cugina della povera vittima, si erano finora dedicate alla fabbricazione di tovaglie, corredi e abiti. Ora, con l’emergenza sanitaria, hanno convertito la loro attività, iniziando a produrre e distribuire presidi sanitari.
La notizia è annunciata dal settimanale ‘Oggi’. Si può leggere come le due abbiano deciso di dare una svolta al loro lavoro, allineandosi alle esigenze dettate dall’emergenza. Le due donne condividono, quindi, la stessa cella e lo stesso laboratorio. Cosima e Sabrina si trovano in reclusione dal lontano 2011, condannate per l’omicidio di Sarah, avvenuto nel 2010.