Coronavirus

Ora l’Oms chiede di rimandare i controlli dal dentista per ridurre la diffusione del coronavirus

La paura cresce sempre di più rispetto a ciò che invece dimostrano i dati: nonostante non ci sia stata una grossa impennata di contagi, virologi, esperti e l’OMS raccomandano di agire con molta cautela.

Una nuova raccomandazione per contrastare la pandemia di Covid-19 è stata diramata dall’Organizzazione Mondiale di Sanità poche ore fa: “Gli aeorosol generati dalle procedure di igiene dentale possono rimanere sospesi per ore, essere trasportati dalle correnti d’aria e determinare infezioni se vengono inalate”.

Rimandare la visita dal dentista per non diffondere il Covid-19 è la cosa giusta? Scopriamo rischi e benefici della raccomandazione suggerita dall’OMS.

Dentista e Covid-19: meglio rimandare?

Da quando è iniziata la pandemia, gli esperti ci “hanno bombardato” di notizie e di suggerimenti affinchè ciascun cittadino potesse comprendere cosa fare e non fare per evitare di infettarsi o contagiare gli altri. Dapprima ci hanno spiegato che il contagio avveniva esclusivamente tramite le goccioline di saliva (droplet) emesse attraverso uno starnuto o un colpo di tosse, poi tale affermazione si è arricchita e solo lo scorso luglio si è aggiunta l’ammissione che il virus si possa diffondere anche nell’aria.

E’ questo il motivo per cui l’Oms chiede di rimandare i controlli dal dentista.

La pubblicazione, disponibile sul sito ufficiale, è datata 3 agosto ma è stata trasmessa solo nelle ultime ore dall’Oms. Nelle nuove linee guida l’Organizzazione afferma che “le procedure dentistiche di routine e non essenziali dovrebbero essere rimandate fino a quando i tassi di trasmissione di Covid-19 non scenderanno sufficientemente”.

Pur ricordando che la prevenzione delle malattie dentali è importantissima e che talvolta andare dal dentista è  una necessità che non si può rimandare se il problema è grave,  l’Oms consiglia di “ritardare l’assistenza orale non essenziale, che di solito comprende controlli periodici, pulizie dentali e cure preventive, fino a quando non ci sarà una riduzione sufficiente dei tassi di trasmissione o secondo le raccomandazione nazionali, subnazionali o locali. Lo stesso vale per i trattamenti dentali estetici.  Tuttavia – ha aggiunto la stessa l’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute – dovrebbero essere forniti gli interventi urgenti di assistenza o di emergenza odontoiatrica indispensabili a preservare le funzioni orali di una persona, gestire il dolore forte o garantire la qualità della vita” riferendosi alle procedure che riguardano le infezioni orali, il sanguinamento gengivale prolungato, il mal di denti non controllabile con analgesici e gli interventi dovuti a traumi dentali e orofacciali.

L’Oms ha affermato inoltre che, se possibile, i pazienti dovrebbero essere sottoposti a screening a distanza prima degli appuntamenti.

Questa affermazione dell’OMS  non deve destare preoccupazione poichè, anche nei migliori studi dentistici, più attrezzati e meglio igienizzati, si determina comunque  la naturale produzione di aerosol, cioè di particelle di dimensione inferiore ai 5 micron che “possono rimanere sospese nell’aria, essere trasportate a distanza dalle correnti d’aria e causare infezioni se vengono inalate”.

In aggiunta, le stesse procedure di assistenza odontoiatrica che generano aerosol portano a “una rapida contaminazione delle superfici e potenziale diffusione dell’infezione”. Pertanto, quando vengono eseguite “il rischio di trasmissione di Covid-19 non può essere escluso”.

I dentisti “lavorano in prossimità del viso dei pazienti per periodi prolungati. Le loro procedure prevedono la comunicazione faccia a faccia e l’esposizione frequente alla saliva, al sangue e altri fluidi corporei nonché la manipolazione di strumenti taglienti. Di conseguenza, sono ad alto rischio di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 o trasmettere l’infezione ai pazienti”.