La storia che leggerete, è l’esempio dello scarso rispetto di molti cittadini ed automobilisti verso i soggetti disabili. In molti centri commerciali, piazze, lì dove è garantito il parcheggio per i disabili, è esposto il seguente cartello:
Christian è il protagonista della storia e vive la sua vita su una sedie a rotelle: si sposta in carrozzina e vuole andare al mare, ma il parcheggio riservato ai disabili è occupato da chi non ha esposto l’apposito tagliando. All’arrivo dell’autista, il ragazzo viene aggredito verbalmente da chi, in modo prepotente, ritiene di aver ragione “Con tanti posti liberi che ci sono!”.
“Non rompere il cazzo, inutile che fai così! Prendi la targa e andate a fare in culo!” Sono le 11:00 di venerdì e siamo nel Comune di Centola, nella frazione di Palinuro, Cilento, in via Acqua dell’Olmo. Christian Durso, un ragazzo che si sposta in carrozzina elettrica, cerca un posto auto riservato ai disabili per andare al mare insieme alla madre. Peccato che invece di un comodo parcheggio abbia trovato solo insulti ad accoglierlo.
“Sullo stallo riservato alle persone con disabilità c’era un’auto posteggiata che sul cruscotto non esponeva il tagliando necessario. Così ho chiamato l’ausiliare della sosta che, verificata la mancanza del contrassegno disabili sulla vettura, ha risposto che spetta ai vigili prendere provvedimenti riguardo le strisce gialle.”
L’ausiliario chiama dunque i vigili, che però gli riferiscono di non poter intervenire essendo a due funerali. Christian chiama allora i carabinieri, che in vivavoce con l’ausiliario vengono a conoscenza della risposta dei vigili, che secondo i carabinieri dovrebbero essere richiamati per intervenire d’urgenza… In conclusione: vengono richiamati i vigili che, dichiarandosi nuovamente impossibilitati, invitano l’ausiliario ad allontanarsi (e che ha potuto solo prendere le generalità del parcheggiatore abusivo).
“Al che, chiamo nuovamente i carabinieri: mi risponde lo stesso militare di prima e al mio racconto sul comportamento dei vigili resta sconcertato. Molto gentilmente mi dice che avrebbe inviato una volante, e così accade anche se purtroppo non in tempo…”
La pattuglia infatti tarda ad arrivare. Dopo mezz’ora arriva il proprietario della vettura che, senza ammettere le proprie colpe, attacca Christian e la madre sostenendo che c’erano tanti posti liberi nei quali, invece di polemizzare, avrebbero potuto parcheggiare. Insomma, un’aggressione verbale vera e propria, rovesciando quello che di fatto è un diritto sacrosanto: non occupare mai, nemmeno in caso di altri spazi liberi, un parcheggio giallo se non si ha il tagliando apposito.
“Al nostro fargli notare l’irregolarità, il signore si è immediatamente alterato iniziando ad urlare e offendere sia me che mia madre, così ho iniziato a registrare un video per riprendere il suo comportamento spregevole.”
Nel video, infatti, si vede un Suzuki bianco sulle strisce gialle e un signore urlare frasi come: “Inutile che comincia a fare storie! Che modo è questo di fare, ci sono tanti posti liberi e lei fa una questione di questo genere?? Non è corretto e rompe il cazzo!“.
Una scena surreale, al quale Christian cerca di dare un filo logico spiegando “Cioè lei si mette sul posto dei disabili…!”, ricordando che chi ha sbagliato, in principio, non è certo stato lui che ha soltanto rivendicato un diritto delle persone con disabilità. Non contento, però, il signore sale in macchina, fa manovra per uscire (e qui, chiaramente, si nota il cruscotto privo di cartellino disabili esposto) e, prima di andarsene, ribadisce urlando fuori dal finestrino: “Non è corretto fare tutto questo casino con tanti posti liberi che ci sono!”
“Chiamo nuovamente il 112, aggiorno la stazione sugli ultimi sviluppi e il militare chiama ancora la volante per capire dove si trovi: i carabinieri, arrivati poco dopo sul luogo, hanno guardato il video dell’accaduto e si sono segnati, di nuovo sconcertati, la targa.”
Privare gli altri dei propri diritti e oltrepassare la libertà altrui è un atto di grande inciviltà, un vero e proprio schiaffo morale percepito con grande forza da chi ha disabilità.