Sono tanti i cambiamenti che il Governo metterà in atto nei prossimi mesi e riguarderanno le pensioni: un argomento “bollente”, che ha infiammato più volte l’animo dei lavoratori che vogliono andare in pensione molto prima, rispetto all’età attualmente decisa.
In queste ore, la Commissione sui lavori gravosi ha allargato a 203 le mansioni pesanti che potrebbero permettere di anticipare l’uscita dal lavoro a 63 anni tramite l’Ape sociale.
Questa in sintesi la novità che potrebbe interessare milioni di lavoratori dal 2022, visto anche che a fine anno scade la sperimentazione di Quota 100 (e si assottigliano le chance dei lavoratori di andare in pensione anticipata).
La Commissione ha infatti ricalcolato con criteri scientifici gli indici statistici forniti da Inps, Inail ed Istat che valutano la fatica fisica e psicosociale delle mansioni svolte oltre che gli indici legati agli infortuni ed incidenti sul lavoro. Risultato? In termini di categorie, rispetto alle 15 previste finora, la commissione ne ha individuate altre 27 potenziali che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media.
Tra le mansioni gravose sono stati indicati lavori diversi. Ecco alcuni dei nuovi lavori che darebbero diritto alla pensione anticipata. Questi nuovi lavori «gravosi» soo stati individuati dalla Commissione presieduta dall’ex ministro Cesare Damiano e verranno sottoposti al vaglio di governo e Parlamento.
Ecco l’elenco:
– bidelli
– badanti e colf
– saldatori
– tassisti
– falegnami
– valigiai
– conduttori di autobus e tranvieri
– benzinai
– conduttori di macchinari in miniera
– insegnanti delle scuole elementari
– commessi
– cassieri
– operatori sanitari qualificati
– magazzinieri
– portantini
– forestali.
Categorie che dopo una decisione congiunta dei ministeri dell’Economia e delle Finanze e del Lavoro potrebbero aggiungersi ai lavori cosiddetti gravosi. Oggi raggruppati in queste 15 categorie:
1) Gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
2) Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
3) Conciatori di pelli e di pellicce;
4) Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
5) Conduttori di mezzi pesanti e camion;
6) Personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
7) Addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
8) Insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
9) Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
10) Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
11) Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
A queste 11 categorie previste dalla legge 232/2016 ne sono state aggiunte 4 con la legge 205 del 2017 ovvero:
12) Siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature;
13) Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
14) Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative;
15) Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e acque interne.
Tutti questi lavoratori avranno diritto all’Ape Sociale.
L’APE SOCIALE è un’indennità garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps, a lavoratori in stato di difficoltà, che chiedano di andare in pensione al compimento dei 63 anni.
E’ stata introdotta dalla legge di stabilità 2017 (Legge 232-2016) e poi prorogata di anno in anno fino alla recente legge di bilancio (Legge 178-2020), per cui la misura è ancora in vigore per tutto il 2021, per chi raggiungerà i requisiti previsti nel corso dell’anno.
L’indennità viene corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata, ed è:
-di importo pari alla rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se la pensione è inferiore a 1500 euro oppure
-pari a 1500 euro se il calcolo della pensione risulta pari o superiore a 1500 euro.