L’assegno di invalidità, come molti già sapranno, è un sostegno economico erogato in favore di coloro che presentano delle patologie invalidanti, che compromettono la normale attività lavorativa.
Il riconoscimento dell’invalidità civile prende avvio con l’inoltro all’INPS del certificato medico introduttivo da parte del medico di base. Successivamente il cittadino, utilizzando il codice del certificato medico, inoltra la domanda di accertamento sanitario all’Istituto, al fine di verificare, sulla base delle minorazioni di cui il richiedente è affetto, il grado di invalidità civile, la cecità civile, la sordità, la disabilità e l’handicap.
Successivamente, in caso di riconoscimento di un grado di invalidità compreso tra il 74% e il 100%, o della sordità o cecità, per ottenere le prestazioni economiche l’INPS procede alla verifica dei dati socio-economici e reddituali trasmessi telematicamente dal cittadino.
Come si deve fare per richiedere e ottenere la pensione di invalidità
Quando parliamo di pensione di pensione di invalidità dobbiamo anzitutto stabilire che si tratta di un sussidio differente dall’assegno di accompagnamento. Benché siano delle forme di sostegno economico che spettano in caso di certificata invalidità, richiedono delle condizioni differenti. È vero, allo stesso tempo, che esistono dei casi in cui l’interessato può percepire tanto la pensione di invalidità quanto l’assegno di accompagnamento.
L’INPS riconosce un’indennità di accompagnamento ai soggetti mutilati o invalidi totali per i quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.
Caso a parte è la pensione di inabilità: l’INPS la riconosce ai soggetti ai quali sia attribuita un’ inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali), di età compresa tra i 18 e i 67 anni (tale termine è suscettibile di variazione in relazione alla revisione periodica, da parte del Governo, dell’età pensionabile in relazione alle aspettative di vita) che soddisfano i requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge.
Per tutte le malattie, sia fisiche che mentali, si possono ottenere i sussidi INPS.
Volendo entrare nello specifico delle patologie psichiche croniche, quali di queste consentono l’ottenimento della pensione di invalidità? Un aspetto che non si deve trascurare è che il diritto al sussidio economico si acquisisce a partire da un grado di invalidità certificata non inferiore al 74%. Le malattie croniche psichiche per le quali spetta l’agevolazione economica sono:
1) ritardo mentale grave e profondo;
2) disturbo bipolare I;
3) disturbo schizoaffettivo;
4) depressione maggiore con episodi ricorrenti;
5) schizofrenia residuale o schizofrenia di tipo disorganizzato, paranoico, catatonico o non specificata;
6) disturbo di tipo anamnesico persistente indotto da sostanze (ad esempio la sindrome di Korsakoff);
7) anoressia nervosa che causa un deficit grave.
A tutte queste patologie croniche si riconosce un grado di invalidità del 100% quindi, l’assegno di invalidità che si potrà ottenere è di 650 euro. L’unica eccezione è rappresentata dall’anoressia nervosa grave a cui si può riconoscere una invalidità variabile tra il 75% e il 100%. Nei casi in cui sussistano i requisiti, l’interessato può richiedere la pensione di invalidità.