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Pensioni: l’aumento non spetta solo a quelle di invalidità dal prossimo Agosto. Ecco quali pensioni aumenteranno

In questi giorni si è parlato tanto del raddoppio delle pensioni di invalidità civile che dal 1°Agosto passeranno da 287 euro mensili a 515 €.

Grazie al Decreto Rilancio infatti, sono state stanziate delle cifre ragguardevoli destinate a coloro che hanno un invalidità pari al 100%.

A tal proposito, nel 2020 l’importo del trattamento minimo della pensione è pari a 515,07€ e questo viene rivalutato ogni anno insieme a tutti gli assegni previdenziali sulla base dell’andamento dell’inflazione.

Ma ad aumentare non saranno solo le pensioni di invalidità ma anche tutte le altre che non raggiungono la cifra minima di 515 euro.

Tuttavia, affinché la pensione possa essere incrementata fino alla soglia di 515,07€ è necessario soddisfare determinati requisiti legati al reddito. Vediamo di quali si tratta.

Pensioni: quando spetta l’integrazione al trattamento minimo?

Per capire se si ha diritto all’aumento della propria pensione, bisogna considerare un parametro fondamentale cioè la data in cui ha avuto inizio l’erogazione della pensione. Tale data è fissata al 1° gennaio 1994.

Nel dettaglio, per avere diritto all’integrazione piena dell’assegno di pensione – che quindi sarà aumentato fino ad arrivare ai suddetti 515,07€ – è necessario non superare i seguenti limiti di reddito:

-individuale: 6.695,91€ (indipendentemente dall’anno in cui è stata liquidata la pensione);
-coniugale: 26.783,64€ (per le pensioni liquidate nel 1994) o di 20.087,73€ (per quelle liquidate dopo il 1994).

Sopra questa soglia, però, si ha comunque diritto ad un’integrazione, ma solamente parziale. Nel dettaglio, questa spetta quando il reddito – pur superando le suddette soglie – è comunque inferiore a:

-individuale: 13.391,82€;
-coniugale: 33.479,55€ (per le pensioni liquidate nel 1994) o 26.783,64 € (per quelle liquidate dopo il 1994).

Calcolare l’importo massimo dell’integrazione è molto semplice: basta sottrarre il reddito percepito dalla soglia massima prevista dall’INPS, per poi suddividere il risultato per 13 mensilità.

Per tutte le pensioni successive al 1° Gennaio 1996, non ci sarà alcun aumento.

Pensione invalidità

Gli assegni pensionistici per invalidità totale passeranno a 516,46 euro al mese. Secondo l’attuale legge l’invalido prende 13 mensilità da 286,81 euro, fino al raggiungimento di un limite annuo di reddito personale di 16 mila 982,49 euro. La legge stabilisce poi che al sessantesimo anno di età l’assegno aumenta da 286,81 euro a 516,46 euro per i sette anni successivi.

Secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, tutti i disabili gravi hanno diritto a 516,46 euro a prescindere dall’età: la differenza tra le fasce 18-59 e 60-67 anni sparirà.