Diritti e doveri

Per gli anziani con basso reddito sono previsti molti contributi economici dallo Stato, ma sono in pochi a saperlo


In Italia gli anziani che vivono in disagio economico sono davvero tanti: a causa dell’età, spesso, non trovano più lavoro e non hanno nè una pensione soddisfacente (alcuni non la possiedono proprio) e, anche fare lavoretti saltuari diventa un problema, perchè gli acciacchi di salute compromettono sempre più la vita quotidiana.

Sono circa 1,3 milioni gli anziani in Italia, il 18,8%,  dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni.

Sono invece quasi 100 mila (92.620) gli over 75 soli che sono collocati nella fascia di reddito più bassa, ovvero coloro che non raggiungono i 650 euro mensili; l’80% soffre di almeno tre patologie croniche e almeno un terzo presenta severe compromissioni delle attività di cura personale e della vita quotidiana.

E’ questo il motivo per cui lo Stato interviene per dare sostegno ai più indigenti, stanziando del denaro pubblico per garantire loro una vita dignitosa e assicurare l’indispensabile.

Vi elenchiamo quali sono gli aiuti economici previsti per questa fascia di popolazione colpita dalla povertà:

Assegno sociale

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) ha pubblicato le linee guida dell’assegno sociale, ossia un sostegno economico per gli anziani in difficoltà economiche. I requisiti per ottenere il sussidio sono il limite di reddito, il quale viene aggiornato annualmente, e ovviamente l’età anagrafica.
L’assegno sociale è rivolto a tutti gli anziani cittadini italiani ed extra-comunitari (in possesso della carta di soggiorno e residenti in Italia da almeno 10 anni) purché:

-abbiano almeno 67 anni di età;
-per i soggetti singoli il reddito annuale deve essere inferiore a 5.977,79 euro;
-i soggetti coniugati invece non devono avere un reddito superiore a 11.955,58 euro annui.

L’importo dell’assegno sociale è pari a 459,83 al mese.

Assegno sociale per anziani invalidi

Gli anziani con una invalidità riconosciuta, che percepiscono prima dei 67 anni di età una pensione di inabilità civile o assegno mensile di assistenza, dai 67 anni hanno diritto alla conversione dei trattamenti in un assegno sociale.
L’ammontare dell’assegno è di 374,48 euro per gli invalidi civili parziali, con reddito inferiore a 4.868,24 euro. In particolari condizioni quella cifra può salire di 85,35 euro e arrivare a 459,83 euro mensili;

Sono previsti invece 374,48 euro mensili per gli invalidi civili totali, con un reddito personale inferiore a 16.824,46 euro all’anno. A certe condizioni di reddito è possibile ottenere l’aumento del sussidio, di 85,35 euro ogni mese, e arrivare a 459,83 euro mensili.

Bonus colf e badanti

Molto spesso chi ha un familiare anziano in famiglia deve sostenere costi per il suo accudimento, specie se la maggior parte dei componenti del nucleo si reca al lavoro. In molti casi l’unica soluzione è affidarsi ad una badante o colf che si prenda cura della persona anziana.
In pochi sanno però che in situazioni come questa sono previste delle agevolazioni fiscali da non sottovalutare sotto forma di detrazione in fase di dichiarazione dei redditi.

Chi assume e retribuisce regolarmente una badante o colf, per prendersi cura del familiare anziano, potrebbe beneficiare di una detrazione massima sulle spese sostenute di 2.100 euro. Bisogna semplicemente, in fase di dichiarazione dei redditi, riportare le spese sostenute per pagare la badante sul modello 730.

Indennità di accompagnamento

L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica, che viene riconosciuta dall’Inps, per “aiutare” tutti gli invalidi che presentano patologie gravi, invalidanti, che hanno bisogno di continua assistenza e di cure specifiche.
Tale prestazione non fa reddito e non tiene conto né dell’età né del reddito del nucleo familiare o dell’invalido. Per poterla ottenere è indispensabile avere però patologie gravi. Patologie che non permettano all’invalido di svolgere gli atti quotidiani della vita come per esempio vestirsi, lavarsi, cucinare, fare la spesa, ecc.

Pensione di cittadinanza

La pensione di cittadinanza, in base a quanto disposto nel decreto in materia, consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore dei nuclei familiari composti esclusivamente da persone che hanno compiuto l’età pensionabile (sino al 31 dicembre 2022, pari a 67 anni), quale misura di contrasto alla povertà delle persone anziane, o dai nuclei composti da over 67 e disabili gravi o non autosufficienti.

In caso di nuclei già beneficiari del reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza decorre dal mese successivo a quello del compimento del 67° anno del componente del nucleo più giovane.
La pensione di cittadinanza consiste in una sorta d’integrazione al minimo della pensione, che può portare il reddito del pensionato sino a 780 euro mensili (l’importo è più elevato per i pensionati con famiglie numerose, sino a 1.536 euro mensili).

Un’integrazione al minimo universale, però, che spetta a chi percepisce prestazioni di previdenza (pensione di vecchiaia, pensione anticipata, pensione di reversibilità…), prestazioni di assistenza (pensione d’invalidità civile, assegno sociale…), nonché a coloro che non hanno redditi o pensioni.
Al link di seguito ulteriori dettagli sulla pensione di cittadinanza.

Esenzione canone rai

Molte categorie di anziani hanno il diritto all’esenzione del canone Rai. I requisiti da possedere sono i seguenti:

-aver compiuto 75 anni di età;
-avere un reddito di 8 mila auro annui o inferiore.

Il reddito ISEE va calcolato in base al nucleo familiare, quindi se si hanno ad esempio figli che percepiscono un reddito e vivono con l’anziano, o un coniuge che fa reddito viene fatta la somma e il limite degli 8 mila euro potrebbe essere superato.

Detrazioni spese assistenza

Per l’anziano non autosufficiente o per il familiare che lo assiste è anche possibile fruire di una detrazione fiscale per le spese di assistenza. Si possono cioè detrarre i costi sostenuti per l’assistenza dalle imposte (sia da parte dell’interessato, che dei familiari che lo hanno a carico), sino a 2.100 euro l’anno, se il reddito non supera 40mila euro. La detrazione è pari al 19% dei costi e deve essere indicata nel modello 730 o Redditi.

Ai fini dell’agevolazione fiscale può essere considerata non autosufficiente anche una persona che necessita di sorveglianza continuativa; lo stato di non autosufficienza, per ottenere il beneficio fiscale, deve risultare da un’apposita certificazione medica, ma non è necessario effettuare l’iter per il riconoscimento dell’invalidità.

Deduzione spese mediche e di assistenza specifica

Se l’anziano è assistito ed è stato dichiarato invalido al 100% o portatore di handicap (anche non grave), è possibile dedurre dal suo reddito, o dal reddito del familiare che lo assiste, le spese mediche e di assistenza specifica sostenute per suo conto, anche se l’anziano non risulta fiscalmente a carico di chi lo assiste.

Detrazione spese mediche
Gli anziani disabili portatori di handicap, o i familiari che li hanno a carico, beneficiano anche di una detrazione del 19% dall’Irpef che riguarda:

-le spese mediche specialistiche sostenute per il disabile;
-l’acquisto di mezzi d’ausilio alla deambulazione;
-l’acquisto di poltrone per inabili e minorati, di apparecchi correttivi e di ulteriori ausili specifici.

Home care premium Inps

L’anziano disabile pensionato pubblico o il dipendente pubblico che assiste un anziano disabile possono beneficiare di particolari agevolazioni economiche, erogate dall’Inps attraverso un particolare programma.

Il programma Inps Home Care premium consente di beneficiare di oltre mille euro al mese per l’assistenza di familiari disabili, oltreché di numerosi servizi e aiuti integrativi: il programma, avviato già da diversi anni, è rivolto ai dipendenti ed ai pensionati pubblici, ed è finalizzato ad offrire assistenza e servizi aggiuntivi a favore dei non autosufficienti.

I beneficiari dei contributi, sino a 1050 euro al mese, o sino a 1.250 euro mensili (per chi rientra nella sperimentazione) sono gli iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (dipendenti pubblici) ed alla gestione magistrale, assieme ai pensionati della gestione dipendenti pubblici.


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