Nonostante la doppia dose di vaccino, Gabriele Napolitano, 63 anni, è morto a causa del covid dopo essere ritornato dalla vacanza in Sardegna.
Gabriele si era vaccinato con il siero Pfizer sei mesi fa, ricevendo entrambe le dosi, ma non è bastato per scampare alla malattia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Un caso sfortunato, uno dei pochissimi in cui lo scudo vaccinale viene “bucato” dalle varianti del virus che circolano in questo momento in Italia. Lo scrive Il Mattino di Napoli.
L’uomo aveva trascorso 2 mesi di vacanza in Sardegna, essendo ormai pensionato ed ex infermiere di sala operatoria dell’Azienda dei Colli.
“Non è l’unico caso di paziente vaccinato che si contagia ma i decessi sono effettivamente rarissimi” avverte Giuseppe Fiorentino, primario di Pneumologia dell’ospedale Monaldi che spiega a Il Mattino: “Solitamente nei rari casi di infezione emergono sintomi che si fermano alle alte vie respiratorie. Gabriele Napolitano appartiene alla variabile statistica che ci dice che la protezione del vaccino, dalle infezioni severe e a volte letali, non è del 100 per cento ma del 97-98 per cento, con un calo progressivo della protezione dal sesto mese”.
Il microbiologo Andrea Crisanti è tornato sul tema delle varianti che bucano i vaccini. E ha riferito quanti sono i ricoverati con il ciclo completato.
Dagli Stati Uniti il virologo Anthony Fauci ha confermato in questi giorni che anche chi è vaccinato si può raramente contagiare con carica virale elevate, nonostante risulti asintomatico. Questa condizione, ovviamente, aumenta le possibilità di diffusione del virus. Dello stesso parere il microbiologo Andrea Crisanti, che ha svelato la percentuale delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale ma che sono comunque finite in ospedale.
Secondo i dati forniti da Andrea Crisanti, il 16% dei ricoveri riguardano persone vaccinate con due dosi.
“Anche chi è vaccinato può contagiarsi e trasmettere a sua volta il virus – ha sottolineato il microbiologo al Manifesto -: un’alta carica virale non determina necessariamente i sintomi, ma influenza il potenziale di contagio“.
Un modo per uscire più velocemente sarebbe imitare il Regno Unito, ma la distanza sembrerebbe notevole: “Manca tutto. Progettazione, coordinazione, strumenti informatici, infrastruttura. Sarebbe necessario un maggiore investimento economico, regole più stringenti sull’isolamento delle persone e maggior rispetto di queste regole. Il Regno Unito ha messo in quarantena tre milioni di persone in una settimana. E le persone rispettano l’isolamento, perché sono molto controllate”.