Piange lacrime di sangue: lo strano caso dell’11enne affetta da emolacria
Questa volta non è una statua a piangere lacrime di sangue, ma una bambina indiana quasi adolescente. Lo strano fenomeno è stato accuratamente studiato e documentato dall’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi, dove viene descritto con il nome di emolacria che porta una persona a produrre lacrime composte in parte da sangue.
La bambina che piange sangue
Letteralmente, emolacria significa “piangere sangue”. In questo caso a mostrare la condizione medica è stata una bambina di 11 anni che per almeno una settimana è stata caratterizzata da lacrime di sangue per due o tre volte al giorno. Non si tratta di una condizione dolorosa o legata a emozioni intense: improvvisamente le lacrime rosse appaiono sul volto della bambina e continuano a scendere per diversi minuti.
Sicuramente per un genitore non è facile convivere con questa situazione che, anche se non dolorosa, determina sofferenza interiore.
La clinica ha avviato una serie di analisi per comprendere le possibili cause della condizione, ma senza successo. La bambina non ha nessun trauma o malattia alle spalle e le ghiandole lacrimali sembrano essere intatte, così come il sangue non ha mostrato particolari problematiche. Nonostante questo, anche durante i giorni passati in clinica la bambina ha continuato a piangere lacrime di sangue. Indipendentemente dalla situazione particolare che ha coinvolto la giovane indiana, l’emolacria è una condizione rara ma non inesistente. Racconti di pazienti simili risalgono all’antica Grecia e sono proseguiti per tuta la storia, compresa quella contemporanea.
Il fenomeno resta però un mistero, soprattutto in alcuni casi non legati a tumori, malattie o congiuntiviti batteriche.
Spesso a mostrare questa condizione sono giovani ragazze e studi precedenti hanno associato il fenomeno agli ormoni: nel 1991 uno studio sulla presenza “occulta” di sangue nelle lacrime di 125 volontarie ne ha individuato tracce in un quinto di esse, la maggior parte delle quali avevano le mestruazioni. La condizione non è però relativa solamente al sesso femminile: due anni fa si è manifestata anche in un uomo italiano di 52 anni.