Avete mai sentito parlare della R.I.T.A (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata)? Essa rappresenta una sorta di agevolazione necessaria e utile per chi ha perso il lavoro prima di andare in pensione, senza riuscire a maturare il diritto per l’assegno pensionistico.
Il suo funzionamento è molto semplice: in sostanza permette a chi ha versato in forme di previdenza complementare di poter ottenere in anticipo (parzialmente o totalmente) quanto corrisposto sotto forma di rendita mensile. Quindi, si va sostanzialmente a beneficiare ciò che il lavoratore ha accumulato durante la carriera lavorativa nella previdenza complementare.
Sono molti coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata, specie dopo i 50 anni di età. Fenomeno che è esploso soprattutto dall’inizio della emergenza sanitaria. Per queste persone è molto difficile rientrare nel mondo del lavoro data la loro età, e molti, prima della perdita del posto di lavoro, non sono riusciti a raggiungere il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia.
Dopo il danno economico quindi c’è la beffa di non poter andare in pensione, queste persone si ritrovano disoccupate e senza la certezza di un sostentamento fino alla maturazione dell’assegno pensionistico. In questo caso bisogna ricorrere ai ripari e trovare una soluzione in attesa della pensione.
Molte persone che si trovano in questa situazione non sanno che tra le varie opzioni di pensione anticipata c’è R.I.T.A, ossia la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Una di queste è quota 41, che permette di andare in pensione, indipendentemente dall’età, con 41 anni di contributi. Quindi coloro che hanno perso il lavoro, che non hanno l’età anagrafica (67 anni) per andare in pensione di vecchiaia, ma che hanno almeno 41 anni di contributi, possono andare in pensione anticipata con quota 41.
Chi invece non ha maturato almeno 41 anni di contributi, potrebbe prendere in considerazione la R.I.T.A.
Per accedere a questa opzione bisogna aver aderito, oltre ai contributi versati, ad una forma pensionistica complementare per almeno 5 anni, come ad esempio un qualsiasi fondo pensione.
-Bisogna inoltre necessariamente essere disoccupati al momento della richiesta. In pratica può accedervi chi, oltre a vedersi versati i contributi, ha provveduto ad aderire ad un fondo pensione complementare come paracadute, dove ha effettuato versamenti volontari per almeno cinque anni.
La RITA infatti è una erogazione frazionata di tutto o di una parte del montante accumulato negli anni, in attesa del raggiungimento del requisito anagrafico che sbloccherebbe la pensione di vecchiaia.
Non si tratta di una pensione vera e propria, ma di un accompagnamento temporaneo all’uscita dal lavoro. Questa forma di anticipo pensionistico deve essere auto finanziata dal contribuente tramite un Fondo Pensione.
In pratica la RITA sblocca i soldi versati volontariamente nel fondo pensione, prima del requisito anagrafico necessario, e permette di restituirli prima del previsto.
Nella maggior parte dei casi si può accedere alle RITA cinque anni prima della maturazione dell’età pensionabile, a 62 anni, e con almeno 20 anni di contributi versati.
Chi però è disoccupato da almeno 2 anni può accedere alla RITA addirittura 10 anni prima dell’età pensionabile, ossia a 57 anni di età, e non bisogna possedere nemmeno il requisito dei 20 anni di contributi versati.
Inoltre, dopo il riconoscimento della RITA, se le regole del fondo pensione a cui avete aderito lo permettono, potete anche tornare a lavorare se ne avete la possibilità. Potrebbe esserci quindi la possibilità di percepire la RITA insieme allo stipendio.