Il Reddito di Cittadinanza attualmente è il sussidio più criticato di sempre, definito il “bonus dei fannulloni”, perchè molti sono convinti che i percettori ne approfittano della ricca mensilità per restare a casa, senza lavorare e incassare denaro pubblico. In realtà non è proprio così: ci sono i furbetti che se ne impossessano senza avere alcun diritto, ma altri, i più poveri e le famiglie, grazie al reddito di cittadinanza possono vivere con un minimo di dignità.
Sono state tante le proposte emesse dai vari partiti politici che mirano ad un cambiamento radicale del Reddito di Cittadinanza. E’ il partito di Forza Italia ad avanzare il primo vero suggerimento concreto per modificare tale sussidio. Il reddito di cittadinanza diventerebbe reddito di dignità. Esso sarebbe erogato solo alle persone che sono davvero bisognose. Ed anche a quelle che non possono lavorare. Ovverosia, dare soldi solo per sostenere economicamente i disabili e le casalinghe. Ma anche l’erogazione del sussidio a favore delle donne senza la pensione di reversibilità o con una pensione molto esigua.
È questa, in estrema sintesi, la proposta del reddito di cittadinanza che diventa reddito di dignità, che è stata formulata dal partito Forza Italia. Ed in particolare dal vicepresidente Antonio Tajani, convinto, come l’esponente della Lega, Matteo Salvini, che il sussidio vada erogato solo in casi particolari e non in favore di coloro che possono lavorare e sono in salute.
Almeno per il 2022, il reddito di cittadinanza non diventerà reddito di dignità e la proposta si potrà concretizzare forse, in un futuro più lontano. Il Governo italiano, guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ha infatti riconfermato il Reddito di cittadinanza, tale e quale ad ora, anche per l’anno corrente. E nel farlo ha pure aumentato il budget disponibile. Ma nello stesso tempo ci sarà una stretta a tutto campo, proprio al fine di prevenire ogni abuso.
Il perché il centrodestra italiano vuole ridimensionare il sussidio è facile da comprendere. In quanto partiti come Forza Italia e come la Lega ritengono che dare il sussidio anche a chi può lavorare rappresenti un disincentivo.