Il Reddito di cittadinanza, il sostegno al reddito previsto dalla legge italiana, non verrà cancellato ma sarà riformulato e sostituito da tre diverse misure tra il 2023 e il 2024.
La prima è la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal), a cui possono accedere coloro che perdono il Reddito di cittadinanza nel 2023. Successivamente, dal 2024, verranno introdotte la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la Garanzia per l’inclusione (Gil).
Non tutti gli attuali beneficiari del Reddito di cittadinanza potranno accedere alle nuove misure a causa di una stretta della platea, decisa dal governo per risparmiare risorse. Non si sa ancora quale sarà la cifra esatta risparmiata, ma si pensa che sarà inferiore a quanto inizialmente stimato.
Il Decreto lavoro che arriverà in Consiglio dei Ministri il 1° maggio indica chi non potrà accedere alle nuove misure di contrasto alla povertà.
Il primo criterio di esclusione è di tipo economico: la soglia Isee per poter accedere alle forme di sostegno al reddito verrà abbassata. Nel caso della Garanzia per l’inclusione, il limite Isee passerà da 9.360 a 7.200 euro.
Di conseguenza, tutti coloro che hanno un Isee superiore a 7.200 euro saranno esclusi dalla Gil e non avranno accesso né alla Gal. Questo è il caso di molte famiglie che attualmente godono del Reddito di cittadinanza perché l’attestazione risultava inferiore a 9.360 euro.
Il parametro di scala di equivalenza aumenta il rischio di essere esclusi per il superamento della soglia reddituale. Ad esempio, una famiglia composta da due maggiorenni e un minore di 5 anni ha un parametro di scala di equivalenza pari a 1,6. Questo significa che il reddito non deve superare i 9.600 euro per poter richiedere il Reddito di cittadinanza. Con il passaggio alla Gil, il parametro di scala in questo caso specifico scenderebbe a 1,10, con la conseguenza che il limite da non superare sarebbe di 6.600 euro. Di conseguenza, molti attuali beneficiari del Reddito di cittadinanza rischiano di non poter accedere alla Gil a causa dei nuovi requisiti reddituali.
Per coloro che appartengono a un nucleo privo di uno dei componenti sopra elencati e sono in età da lavoro e accettano di prendere parte a un percorso di orientamento e ricerca di un impiego, la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) verrà riconosciuta individualmente. Tuttavia, il limite Isee sarà persino più basso, pari a 6.000 euro, e non si guarda al reddito familiare.
Nel 2023, il Reddito di cittadinanza verrà tolto alle famiglie in cui non ci sono minori, disabili oppure over 60 dopo 7 mesi.
Inoltre, ci sarà un’altra esclusione per coloro che non hanno sottoscritto il patto per il lavoro. Nel 2023 il Reddito di cittadinanza verrà tolto dopo 7 mesi alle famiglie in cui non ci sono minori, disabili oppure over 60. Tuttavia, alla scadenza del Reddito di cittadinanza per alcuni degli attuali percettori ci sarà la possibilità di accedere a una misura transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2023, che garantirà gli stessi importi oggi riconosciuti.
Tale misura si chiama Prestazione per l’accompagnamento al lavoro ma la potranno richiedere solamente quei componenti del nucleo familiare che hanno già firmato il patto per il lavoro presso il centro per l’impiego e sono impegnati in una politica attiva.
Infine, vi sarà un’altra esclusione per coloro che non prendono parte a iniziative di formazione e orientamento. Ad esempio, nel caso della Garanzia per l’attivazione lavorativa viene stabilito che vi possono accedere solamente coloro che hanno assolto al diritto-dovere alla formazione professionale e hanno partecipato a iniziative di orientamento al lavoro promosse dal centro per l’impiego.
In conclusione, la riforma del Reddito di cittadinanza prevede l’introduzione di tre nuove misure che sostituiranno l’attuale sostegno al reddito e non rendersi partecipi significherà “restare a bocca asciutta”.