Reddito di Cittadinanza: inizia il taglio dell’importo, ecco chi rischia
Gli importi del Reddito di Cittadinanza stanno per diminuire per alcuni percettori e ad annunciarlo è Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche sociale.
Da quanto si apprende, il Ministro vorrebbe applicare una politica dura nei confronti di chi non adempie al regolare ruolo famigliare, per esempio non garantendo la formazione obbligatoria fino a 18 anni dei propri figli.
Orlando non vuole eliminare il sussidio ma adattarlo e modificarlo, visto che attualmente svolge il ruolo di sostegno per le famiglie in difficoltà e non aiuta nella ricerca di un lavoro. Molte famiglie dovrebbero invece capire che è opportuno incentivare l’istruzione dei propri figli, per poi renderli partecipi alla ricerca dell’occupazione in età adulta.
In un intervista, il Ministro ha affermato: “Stiamo discutendo con il ministero dell’Istruzione per lavorare anche sull’istruzione degli adulti”. La proposta non è nuova, risale alla fine del 2021, quando la discussione sul rinnovo dello strumento del Reddito di cittadinanza si è spostata da “lavoro” a “sostegno” e si parlò proprio di favorire l’istruzione dei percettori del Rdc, il cui livello scolastico per il 7-8% non supera le elementari. Molti percettori pertanto, potrebbero essere richiamati “sui banchi di scuola”, con l’obbligo di frequenza di corsi di formazione.
In alcune regioni italiane erano già avanzate proposte di questo tipo, con la richiesta di abolizione del sussidio per coloro che non mandavano i figli a scuola o che avrebbero rifiutato di partecipare alla formazione lavoro.
Renzi, stop al Reddito di Cittadinanza
Il reddito di cittadinanza resta comunque al centro di numerosi dibattiti.
Parte il 15 giugno la raccolta firme per abolire il Reddito di Cittadinanza. A lanciare l’iniziativa è Matteo Renzi.
“Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme – questo quanto si legge nel post social del leader di Italia Viva – Ma vogliamo soprattutto cambiare il mondo del lavoro per i più giovani”.
Tutto ciò potrebbe cambiare la realtà italiana: molte famiglie vivono grazie a questo sussidio e in mancanza di esso, vivrebbero in serie difficoltà.
In Italia la legge stabilisce che per richiedere un referendum abrogativo occorre raccogliere almeno 500.000 firme, oppure la richiesta può essere avanzata da parte di cinque Consigli regionali.
Renzi così avrà tempo dal 15 giugno al 30 settembre per raccogliere le 500.000 firme necessarie per avanzare la richiesta di un referendum per abolire il reddito di cittadinanza.
Ma come sostituire il sussidio tanto odiato? Su questo non sono state avanzate proposte ancora.
Se mai Matteo Renzi dovesse riuscire a raccogliere le firme necessarie per indire un referendum per abolire il Reddito di cittadinanza, l’ultima parola comunque spetterebbe alla Corte costituzionale che sarebbe chiamata a esprimersi sulla ammissibilità o meno del quesito proposto.
Matteo Renzi, come molti altri, non ha mai “digerito” questo sostegno economico perchè disincentiva i giovani a cecare lavoro.
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