Nel Decreto del 26 Aprile, come annunciato da Conte nella sua ultima Conferenza Stampa, ci saranno numeri sostegni economici per le famiglie e tra questi vi è il Reddito di Emergenza (RE).
Per facilitare e velocizzare la procedura e per garantire quanto prima un sostegno economico, sarà possibile emettere la domanda solo attraverso un auto-dichiarazione e non presentando l’ISEE come di solito accade per altri bonus.
Le due associazioni ForumDD e Asvis pertanto hanno chiesto che il Reddito di emergenza sia veloce e raggiunga più persone possibili, con procedure semplificate
Alla vigilia della promulgazione del decreto legge che conterrà il Reddito di emergenza, il Forum Disuguaglianze e diversità (ForumDd) e l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) pubblicano un documento con una serie di richieste per superare le criticità che presenta il progetto del Governo e sfruttare pienamente l’occasione.
Per le due associazioni, il Reddito di Emergenza “deve essere fornito nel modo più rapido possibile e raggiungere il maggior numero possibile di persone in difficoltà” e, per farlo, servono “domande semplificate”. “Per raggiungere tutti i potenziali beneficiari è inevitabile, durante l’emergenza, accettare un numero di irregolarità superiore rispetto alle situazioni ordinarie, così come essere disponibili ad investire la spesa pubblica necessaria a coprire chiunque abbia bisogno” continua il testo, sottolineando come questo sia “ciò che suggerisce la prassi internazionale in condizioni di emergenza”.
Ecco perché le due associazioni chiedono l’eliminazione dell’Isee dai criteri che governeranno l’accesso al Rem, la semplificazione della documentazione da produrre, dando ampio spazio all’autocertificazione, per arrivare presto all’erogazione del denaro e rimandare il controllo e la ricerca delle irregolarità a una seconda fase. E chiedono di affidare all’Inps il calcolo automatico delle somme che possono andare, in forma di integrazione, a coloro che già ricevono il Reddito di cittadinanza (Rdc).
Per ottenere il Reddito di Emergenza bisognerà dichiarare autonomamente: reddito, patrimonio mobiliare e Isee. “Quest’ultimo deve essere inferiore a 15mila euro”.
Tuttavia, si legge nel documento oggi, il 72% degli Isee compilati in Italia è al di sotto di questa cifra e “non rappresenta un elemento significativo di discrimine della popolazione interessata, mentre a selezionare effettivamente l’utenza saranno le soglie di reddito e patrimonio, più ridotte. Dunque, l’Isee richiesto non serve per decidere chi debba ottenere il Rem”.
Un problema a cui va sommata la difficoltà di calcolare “il valore del reddito familiare e quello del patrimonio mobiliare”, che vanno inserite nella domanda senza che sia stato previsto dal decreto un percorso più rapido.
Ecco perché, rileva il documento, sarebbe “decisamente preferibile ridurre le informazioni richieste e prevedere – almeno per alcune di esse – modalità di autocertificazione con verifiche successive”.
Il Reddito di emergenza è la tutela che andrà ad aiutare le persone escluse dalle altre misure messe in pista dopo l’emergenza coronavirus: “Immaginiamo una platea di un milione di persone e una spesa tra 1,2 e 1,8 miliardi”, ha detto il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Il Rem va da 400 a 800 euro al mese per una durata di tre mesi. Tra i requisiti:
-residenza in Italia, verificata con riferimento al componente richiedente il beneficio;
-un valore del reddito familiare del richiedente, nel mese precedente la richiesta del beneficio e in ciascuna mensilità che precede le erogazioni successive, inferiore al valore del Rem stesso;
-un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000;
-un valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) inferiore ad euro 15.000.
Nel caso di nuclei familiari percettori del Reddito di cittadinanza, “il Rem può essere richiesto ad integrazione della somma goduta”.
In aggiunta a questi requisiti, sono esclusi dal Rem coloro che già rientrino nelle coperture definite dal Cura Italia e in via di ampliamento.
“Non hanno diritto al Rem – si legge nella bozza del dl – i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica.Quanto alle procedure per farne richiesta, restano in vigore quelle del Rdc: sarà l’Inps a preparare il modulo necessario”.