REVERSIBILITA’ DELLA PENSIONE DI INVALIDITA’: ecco quando la vedova può ottenere l’assegno di invalidità del marito defunto
L’assegno di invalidità, come molti già sapranno, è un sostegno economico erogato in favore di coloro che presentano delle patologie invalidanti, che compromettono la normale attività lavorativa.
Il riconoscimento dell’invalidità civile prende avvio con l’inoltro all’INPS del certificato medico introduttivo da parte del medico di base. Successivamente il cittadino, utilizzando il codice del certificato medico, inoltra la domanda di accertamento sanitario all’Istituto, al fine di verificare, sulla base delle minorazioni di cui il richiedente è affetto, il grado di invalidità civile, la cecità civile, la sordità, la disabilità e l’handicap.
Successivamente, in caso di riconoscimento di un grado di invalidità compreso tra il 74% e il 100%, o della sordità o cecità, per ottenere le prestazioni economiche l’INPS procede alla verifica dei dati socio-economici e reddituali trasmessi telematicamente dal cittadino.
Tale misura ha un importo fisso in base alle categorie di invalidità, non viene quindi calcolata tenendo conto dei contributi versati durante gli anni lavorativi proprio per questo motivo la pensione di invalidità non gode di un trattamento di reversibilità, tranne in casi che vi spiegheremo ora.
Reversibilità della pensione di invalidità
In pratica nel momento del decesso del beneficiario e la conseguente comunicazione all’INPS, figlio o coniuge non hanno più diritto a ricevere l’indennità.
Nel momento in cui la pensione di invalidità, però, venga richiesta, ma il decesso avvenga prima della visita medica per stabilire i requisiti, la famiglia può presentare la documentazione relativa all’invalidità civile del defunto, ottenendo gli assegni spettanti dal momento in cui è effettuata la richiesta fino al momento della morte del beneficiario.
I famigliari del defunto invalido pertanto, dovranno innanzitutto comunicare all’Inps il decesso, affinché l’Istituto di previdenza interrompa il versamento delle mensilità di tale contributo. Diversamente, si potrebbe infatti configurare un reato di truffa ai danni dell’Inps.
Se invece l’invalido è deceduto dopo l’accertamento sanitario della commissione medica, ma prima della liquidazione della pensione di reversibilità, agli eredi spettano i ratei dal momento dell’accertamento (anteriore alla liquidazione della pensione) fino al momento del decesso.
Potrebbe infine succedere che l’invalido muoia dopo aver presentato la domanda per ottenere la pensione di reversibilità, ma prima che venisse fatta la visita medica di accertamento. In tale caso, gli eredi possono richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, tramite istanza alla competente commissione medica, presentando tutta la documentazione medica in loro possesso, che dimostri in modo inequivocabile l’infermità. In tal modo, avranno diritto alle somme dal giorno della domanda fino al decesso.