Rimborsi da migliaia di euro sulla bolletta della luce per i cittadini che sporgono questo reclamo
Ultimamente la bolletta dell’energia elettrica ci tiene con il fiato sospeso. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo assistito a rincari diffusi che stanno gravando sul bilancio di molte famiglie. Ma si intravede finalmente lo spiraglio di una buona notizia: se è nostro dovere pagare le bollette, è anche nostro diritto ricevere un rimborso quando abbiamo pagato somme non dovute.
Secondo una recente sentenza del Tribunale di Milano e di Varese, sarebbe possibile chiedere un rimborso sulle addizionali alle accise in bolletta. Cerchiamo di capire, in dettaglio cosa significa tutto ciò.
Una recentissima sentenza dispone il rimborso dell’Iva pagata in bolletta che trovate espressa nella sezione “oneri generali di sistema” che costituiscono già un tributo.
Perché bisogna pagare l’Iva sulle bollette della luce? A ben vedere, la somma che noi andremo a pagare, in realtà, è costituita da un’imposta di consumo e da diversi tipi di oneri generali, perciò pagare anche l’Iva significa corrispondere una tassa su un’altra tassa, anziché sul solo corrispettivo del servizio.
Aggiungere l’iva in bolletta significa far lievitare molto il suo costo. Vogliamo ricordare che l’intera somma che noi paghiamo non è solo costituita dal consumo di kiloWatt usati, ma anche da oneri di sistema, i costi di trasporto, di gestione dei contatori e diverse altre voci eventuali (c’è anche il canone Tv, 90 euro all’anno che è stato diviso su 10 mensilità).
Attualmente ci sono molti tribunali che hanno preso a cuore le continue lamentele dei consumatori che non vogliono pagare l’iva in bolletta, giustamente!
Da citare è la sentenza del tribunale di Varese che ha stabilito che l’iva era illegittima, pertanto l’ente che si occupa di fornitura elettrica, presso una casa di cura della città, ha dovuto risarcire 40 mila euro di iva pagata.
Come spiega la legge per tutti: “il punto nodale della decisione favorevole al contribuente è stato il riconoscimento che gli oneri generali di sistema hanno già natura tributaria e perciò non possono rientrare nella base imponibile, in altri termini non possono rappresentare il presupposto per imporre una ulteriore tassa su di essi”.
Ci sono casi in cui l’Iva invece va calcolata e deve restarci: ci stiamo riferendo ai costi che riguardano ad esempio il trasporto dell’energia elettrica, gestione del contatore, misurazione consumi.
In parole semplici: per recuperare i soldi dell’ Iva non pagata, bisogna far riferimento agli oneri generali di sistema. Solo dalla somma versata per essa possiamo determinare quanto ci possa essere rimborsato.
Andando ad analizzare attentamente la sentenza del tribunale varesino, si può ben comprendere che anche la stessa Arera ovvero l’Autorità di regolazione energia, anche se in forma indiretta, sembra arrivare a confermare la tesi emessa dal tribunale.
A confermare che l’iva sugli oneri di sistema non è dovuta, vi è un capitolo dedicato a ciò, sul sito dell’Authority che afferma “Oneri generali di sistema e ulteriori componenti”, che «Con le bollette dell’energia elettrica, oltre ai servizi di vendita (materia prima, commercializzazione e vendita), ai servizi di rete (trasporto, distribuzione, gestione del contatore) e alle imposte, si pagano alcune componenti per la copertura di costi per attività di interesse generale per il sistema elettrico nazionale: si tratta dei cosiddetti oneri generali di sistema, introdotti nel tempo da specifici provvedimenti normativi».
Si spera che nel tempo siano le stesse società fornitrici a decidere di non dover più applicare l’iva non dovuta, senza costringere i tribunali di tutta Italia ad avviare procedure lunghe e talvolta costose.
La decisione del Tribunale di Milano
Il Tribunale di Milano ha recentemente accolto la domanda di rimborso sulle addizionali alle accise corrisposte alla società di fornitura energetica fatta da un’impresa. L’impresa in questione ha avuto un rimborso di ben 33.000 euro per le accise pagate in passato. Nella sentenza, il Tribunale spiega la motivazione appellandosi alla Direttiva 2008/118/CE e reputando le addizionali alle accise incompatibili con il diritto europeo.
Il caso, che attende il parere della Cassazione, sta facendo discutere e potrebbe portare a molti rimborsi, sia per imprese che per privati cittadini. Intanto, c’è da ricordare che non tutti devono pagare le accise. Sono già esenti coloro che risiedono in un’abitazione a basso consumo (fino a 1.800 KWh all’anno). Tutti gli altri possono vagliare l’ipotesi del rimborso parlando con il loro avvocato.