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Risarcimenti per le famiglie che accolgono profughi ucraini. Da 200 a 350 euro al mese dalle regioni

In Italia sono già arrivati, dallo scoppio della guerra, 44.000 profughi. Lo Stato li accoglie in diverse strutture libere, gestite spesso da associazioni di volontariato, ma ciò non basta. Per questo motivo le famiglie stanno offrendo il loro aiuto, ospitando in casa propria donne e bambini ucraini.

Il rischio è che la grande ondata di solidarietà, che sta spingendo tanti italiani ad aprire le porte delle loro case agli ucraini in fuga, possa presto infrangersi sui bilanci familiari già provati dagli aumenti delle bollette e dei generi di prima necessità.

«Chi accoglie in casa profughi ucraini va sostenuto. Se le tante famiglie che hanno dato disponibilità dovessero tirarsi indietro, un flusso di migliaia di persone si riverserebbe su strutture pubbliche che in questo momento non abbiamo», il grido d’allarme del prefetto di Bologna Attilio Visconti.

E’ questo il motivo per cui molte famiglie si sono già rivolte ai comuni di residenza o alle regioni, per chiedere un minimo contributo economico.

Regioni chiedono sostegno economico allo Stato

Svariate decine di veronesi, in tutta la provincia, hanno già contattato il municipio di residenza, o direttamente la Prefettura, per offrire alloggi a chi scappa dalla guerra in Ucraina (attesi 10mila profughi a Verona). Chi mette a disposizione una stanza in casa, chi un appartamento o la seconda casa.

E ai Comuni risulta chiaro che difficilmente le famiglie potranno farsi carico dei profughi per un periodo molto lungo. Si invoca l’intervento dello Stato per «aiutare chi vuole aiutare». Intanto, a livello locale, nascono iniziative spontanee.

A San Bonifacio, il Comune ha deciso di destinare 15mila euro a supporto dei propri cittadini che ospitano persone ucraine: finora ne sono arrivate 24.

Spiega il sindaco Giampaolo Provoli: «Erogheremo per sei mesi un contributo di 100 euro mensili a chi, generosamente, accoglie profughi nella propria casa. Un piccolo aiuto per pagare gli aumenti su cibo e bollette e il necessario per i bambini che andranno alle nostre scuole. Chi offre un appartamento ammobiliato ai bisognosi ucraini, daremo 150 euro al mese per le utenze, più 80 per il mantenimento degli ospiti. Sappiamo che non è molto. Preoccupati? Sì, per ciò che succederà una volta finiti questi fondi.»

L’assessora che garantisce 350 euro di risarcimento

Mentre nella città di Castenaso, comune dell’Emilia Romagna, un’ assessora al Welfare ha provveduto ad organizzare il risarcimento per le famiglie che accolgono ucraini in fuga. Lauriana Sapienza, eletta con la lista Prima Castenaso, ha quattro figli e con la sua famiglia ospita da anni altri nuclei in difficoltà, in fuga dalle guerre. Da casa sua sono gravitate, al momento del bisogno, famiglie siriane, nordafricane. In questo momento, le sue quattro mura sono diventate il rifugio di Zina Ida, 26 anni, ucraina, e di suo figlio Stefan, di 7.

Grazie al Progetto Vesta, promosso dalla cooperativa sociale Cidas, offre un minimo risarcimento economico. Alle famiglie che aderiscono, viene riconosciuto un contributo di 350 euro mensili.

Come fare per ospitare un ucraino in casa

Chi volesse ospitare i profughi ucraini in arrivo in casa propria ha diversi mezzi per farlo. I Comuni di diverse città hanno attivato varie modalità per poterlo fare, anche in collaborazioni con associazioni e organizzazioni come Caritas o Croce Rossa. In generale, i cittadini italiani che intendono accogliere ucraini in fuga, devono rivolgersi alla prefettura del proprio Comune, o comunque monitorare i siti della propria città, della propria Regione e delle principali organizzazioni che vi operano per vedere se sono state attivate iniziative specifiche.

Monitorando il sito della propria regione, si potrà comprendere se è stato attivato il risarcimento per le famiglie che accolgono ucraini e a quanto ammonta tale indennizzo. Ricordiamo che ogni regione offre cifre diverse e non tutte le regioni hanno la possibilità di garantire risarcimento.

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