La pensione di reversibilità è un assegno corrisposto ai parenti superstiti in caso di decesso del pensionato o assicurato. Il beneficio economico, che ha lo scopo di sostenere la famiglia della persona deceduta, è regolato dall’ente INPS, che dopo un accurata analisi, dopo il decesso, valuta le condizioni contributive della persona deceduta e ne eroga l’assegno.
Per godere della pensione diretta è però necessario che l’assicurato abbia versato almeno 15 anni di contributi nel corso della vita assicurativa o, in alternativa, almeno 5 anni di contributi di cui 3 negli ultimi cinque.
Hanno diritto al trattamento pensionistico in quanto superstiti:
Hanno, inoltre, diritto i figli ed equiparati che alla data di decesso dell’assicurato o del pensionato non abbiano superato il 18° anno di età o, indipendentemente dall’età, siano riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di quest’ultimo.
Per i figli ed equiparati studenti che non prestino lavoro retribuito e siano a carico del genitore defunto al momento della morte, il limite di 18 anni è elevato a 21 anni in caso di frequenza di scuola media o professionale e a tutta la durata del corso di laurea, ma non oltre al 26° anno di età, in caso di frequenza dell’università.
I figli ed equiparati studenti che, alla data della morte del defunto, prestino lavoro retribuito dal quale derivi un reddito annuo inferiore al trattamento minimo annuo di pensione previsto dall’Assicurazione Generale Obbligatoria maggiorato del 30% e riparametrato al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa.
In assenza del coniuge e dei figli o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, il diritto al trattamento pensionistico è riconosciuto ai genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto.
In assenza del coniuge, dei figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, il diritto al trattamento pensionistico è riconosciuto ai fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del lavoratore deceduto.
Il superstite viene considerato a carico del defunto al sussistere delle condizioni di non autosufficienza economica o di mantenimento abituale.
Per la verifica delle condizioni di non autosufficienza economica e mantenimento abituale assume particolare rilievo la convivenza o meno del superstite con il defunto.
La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato e spetta in una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato. Le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:
Qualora abbiano diritto a pensione i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
un figlio | 70% |
due figli | 80% |
tre o più figli | 100% |
un genitore | 15% |
due genitori | 30% |
un fratello o sorella | 15% |
due fratelli o sorelle | 30% |
tre fratelli o sorelle | 45% |
quattro fratelli o sorelle | 60% |
cinque fratelli o sorelle | 75% |
sei fratelli o sorelle | 90% |
sette fratelli o sorelle | 100% |
Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario (coniuge, genitori fratelli e sorelle), nei limiti di cui alla tabella F, legge 8 agosto 1995, n. 335.
I limiti di cumulabilità non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.
La pensione di reversibilità si riceve al 100% nel caso in cui sia presente il coniuge a carico con due o più figli. Se alla morte del contribuente risultano a carico di quest’ultimo la moglie con due o più figli, è possibile ricevere la pensione di reversibilità per intero. Un altro caso possibile è quello in cui non è presente il coniuge superstite ma vi sono tre o più figli a carico del defunto. Anche in tali circostanze si può ricevere il 100% della pensione di reversibilità.
Oltre ai questi requisiti familiari non si deve dimenticare di analizzare anche i limiti di reddito per ricevere l’intera pensione di reversibilità. Per quanto riguarda il 2023, si deve prendere in considerazione la circolare INPS n. 148/2022 che fissa le soglie di reddito ammesse. Il familiare superstite può godere del trattamento senza tagli solo se il reddito personale non supera i 20.107,62 euro. Laddove la soglia risulti superiore, si rischiano dei tagli alla pensione fino al 50% della quota.