Diritti e doveri

Scrisse su Facebook una frase offensiva, ora la donna dovrà pagare 1 milione di euro per diffamazione

Se la libertà di pensiero e di espressione è un dovere garantito dalla legge italiana, bisogna ricordare che tutto ha un limite, poichè, offendere sui social può essere molto rischioso.

Una donna di origine bresciana, aveva commentato in un post facebook con la frase “veneti fannulloni”. La frase è stata oggetto di una lunga causa, a cui ha fatto seguito una sentenza e la turista bresciana ha dovuto pagare un milione di euro.

Occhio ai commenti offensivi su Facebook, possono rovinarvi la vita

Bisogna essere educati, prima di tutto. E poi bisogna stare attenti a offendere le persone sui social. Soprattutto se colpiti da una catastrofe naturale.

Una donna di origini bresciane, aveva commentato in un post di facebook, affermando che le popolazioni del bellunese sono «fannullone e assistenzialiste», riferendosi alla vicenda in cui il territorio fu colpito dal ciclone Vaia che devastò i boschi della zona. Dopo aver minacciato provvedimenti, il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin aveva fatto sapere che la donna, che aveva espresso parole diffamatorie anche nei confronti del governatore Luca Zaia, avrebbe ricevuto una querela penale e una causa civile per diffamazione con una richiesta danni di 1 milione di euro. «Ritengo che siano le punizioni giuste – aveva affermato De Bernardin – per un leone da tastiera contro cittadini in ginocchio per un evento che è stata una vera e propria catastrofe ambientale».

Cosa non si può scrivere su Facebook se non si vuole essere querelati

Più volte la Corte di Cassazione si è espressa sulla scottante questione: ebbene insultare con commenti offensivi sui social, ferire la dignità altrui con foto e post che ne compromettano la reputazione, rappresenta una forma di diffamazione in toto analoga al reato descritto dall’art. 595 del Codice Penale.

La Cassazione penale con sentenza n. 24431/2015 ha riconosciuto la pubblicazione di frasi offensive sulla bacheca di Facebook come aggravante del reato di diffamazione poiché mezzo potenzialmente in grado di coinvolgere un numero indeterminato di persone, rendendo difficile, quasi impossibile, bloccare la diffusione delle ingiurie in questione.

Chi pubblica su Facebook o altri social network frasi ingiuriose, offensive, denigratorie atte a ledere l’altrui dignità rischia la reclusione fino ad un anno o una multa fino a 1.032 euro che può arrivare a 2 anni o 2.065 euro di multa.

In sostanza, evitare di offendere mentre si commenta su Facebook, è una regola fondamentale e se violata può costare caro.

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