Se sei una casalinga e hai più di 57 anni, non hai contributi sufficienti per ottenere una pensione ma ti sei sempre sacrificata facendo i lavori di casa, sappi che puoi ottenere un assegno dall’inps di 522 euro al mese, indennità conosciuta anche come pensione delle casalinghe.
Il lavoro di casalinga è sicuramente quello più impegnativo e meno retribuito infatti, ciascuna donna o uomo che “lavora in casa” per accudire la famiglia, non riceve alcun stipendio pur svolgendo mansioni altrettanto dure e impegnative. In realtà, la pensione casalinghe esiste già da diverso tempo ma pochi ne sono a conoscenza. Si tratta di una misura di sostegno economico a partire dai 57 anni di età.
La pensione per casalinghe è stata confermata anche nel 2023 per coloro che hanno versato nell’apposito fondo e che hanno maturato i requisiti di accesso previsti dalla legge. Tecnicamente si parla proprio del Fondo Casalinghe per indicare la gestione facoltativa appartenente all’Ago dell’Inps e avviata il 1° gennaio 1997. In questo modo l’ente pubblico di previdenza ha sostituito la vecchia “mutualità pensioni”, risalente all’ormai lontano 1963 e alla quale potevano aderire le donne impiegate in lavori domestici.
Dal punto di vista operativo, il fondo casalinghe è caratterizzato dalla scelta individuale all’adesione. Rispetto alle altre gestioni riconducibili all’Inps, l’iscrizione avviene su base volontaria. Di fatto, l’opportunità si propone in modo molto simile a quella di un fondo pensione. L’iscrizione è possibile a partire dai 16 anni e fino a un massimo di 65 anni. Bisogna inoltre svolgere attività di cura in famiglia e non godere di una pensione di reversibilità.
Il lavoro dipendente o autonomo porta all’esclusione automatica dal fondo, fatta eccezione per coloro che svolgono attività ridotta o part time. In questo caso, è possibile integrare il vuoto contributivo derivante dai mancati versamenti ordinari con l’adesione al fondo casalinghe.
In pensione con il fondo casalinghe dai 57 anni, ma maturare l’assegno presto resta piuttosto difficile
Per coloro che hanno maturato un montante contributivo importante, il fondo casalinghe permette l’accesso alla pensione anticipata a partire dai 57 anni di età e con appena 5 anni di contribuzione (corrispondenti a 60 mesi). Si tratta di parametri che sulla carta appaiono certamente vantaggiosi, ma sui quali pende il vincolo dell’importo minimo legato al primo assegno.
Quest’ultimo deve infatti risultare uguale o superiore ad almeno 1,2 volte l’assegno sociale erogato dall’Inps. Nel 2023 significa maturare una pensione di circa 552 euro. Sembra un importo piuttosto accessibile, ma tenendo conto del calcolo interamente contributivo dell’assegno sarà necessario acquisire un montante complessivo di poco superiore a 120mila euro. Uno scenario che implica ovviamente l’aver versato contributi adeguati con continuità e per molti anni.
In alternativa si ottiene la pensione ordinaria a partire dalla maturazione dei 67 anni di età. Questi requisiti non sono soggetti agli incrementi alla speranza di vita, ma la pensione non è integrabile al minimo e non è soggetta alla perequazione automatica. Il fondo garantisce anche una pensione di inabilità con almeno 5 anni di versamenti, purché si sia concretizzata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
Per iscriversi al Fondo casalinghe Inps occorre essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge e inoltrare apposita domanda all’ente pubblico di previdenza. Questo passaggio può essere assolto in autonomia, oppure tramite l’assistenza di un patronato. Per poter vedersi riconoscere almeno un mese occorre versare un minimo di circa 26 euro circa. Per avere l’anno di anzianità accreditata occorre invece versare circa 310 euro. Mentre il requisito dei 5 anni minimi di permanenza si raggiunge con 1550 euro complessive.
Una volta iscritti, l’istituto pubblico di previdenza provvedere a fornire i bollettini postali tramite i quali effettuare i pagamenti. I contributi volontari versati presso il Fondo casalinghe sono deducibili tramite la dichiarazione dei redditi. Producono quindi un abbattimento del reddito imponibile Irpef, con un evidente vantaggio fiscale. La possibilità viene estesa al marito nel caso in cui la moglie risulti fiscalmente a carico.
Stante il quadro della situazione appena evidenziato, data la natura volontaria della contribuzione al Fondo casalinghe in molti potrebbero chiedersi se non sia preferibile iscriversi a un fondo pensione. Il vantaggio del fondo volontario gestito dall’Inps è quello di avere coefficienti di trasformazione in rendita migliori rispetto al settore privato e di aggiungere una garanzia pubblica sulla pensione.
In entrambi i casi i contributi versati sono deducibili, ma quelli destinati all’Inps non sono in nessun caso riscattabili mentre il fondo pensione permette riscatti e anticipazioni a seconda della situazione peculiare nella quale si trova il lavoratore. Infine, la pensione erogata dal fondo casalinghe non è reversibile, mentre il fondo pensione permette di scegliere tra diverse tipologie di rendite pensionistiche.
In conclusione, i fondi pensione presentano un limite di deducibilità dei versamenti fissato a 5164,57 euro l’anno. Vista la maggiore flessibilità garantita dalla previdenza complementare, i versamenti al fondo casalinghe sono consigliabili solo dopo aver esaurito l’intero plafond annuale garantito dai fondi pensione e non in alternativa a quest’ultimi.