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Sembrava pigro, ma aveva una rara patologia cardiaca: bimbo salvato all’ospedale di Torino

Presso l’ospedale Regina Margherita di Torino, con un intervento durato sei ore, il piccolo Rich è stato salvato e ora ritornerà a vivere sereno la sua infanzia.

Rich, di soli otto anni, era affetto da una grave patologia cardiaca di cui mai nessuno si era accorto e ha potuto ricevere le cure necessarie solo grazie all’interessamento di volontari ed associazioni benefiche.

Residente in un piccolo villaggio del Kenya, è stato accolto con la mamma nel nostro Paese, tra le mille difficoltà legate all’emergenza coronavirus, per poi essere operato nelle strutture ospedaliere torinesi.

A scoprire la malattia del piccolo è stata una volontaria: durante la sua missione.

Il bambino sembrava sempre svogliato, dormiva durante le lezioni e faceva fatica ad andare a piedi a scuola, tanto da dover essere portato a spalle dalla sorella.

Dopo accurate indagini è stato facile scoprire che il bambino non era pigro come molti credevano, ma era affetto da una patologia cardiaca, la “tetralogia di Fallot”.

La tetralogia di Fallot (detta anche sindrome del bambino blu, in inglese Tetralogy of Fallot, ToF) è una malformazione cardiaca congenita che classicamente ha quattro elementi anatomici.

La tetralogia di Fallot è caratterizzata da 4 anomalie: un ampio difetto del setto ventricolare, ostruzione nel tratto di efflusso del ventricolo destro, stenosi valvolare polmonare, ipertrofia ventricolare destra e aorta a cavaliere.

Il delicato intervento

A quel punto si è attivata Forma Onlus, la fondazione dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino che si occupa di fornire aiuto ai bambini malati, anche a quelli provenienti da Paesi stranieri.

Rich è così stato inserito nel programma di assistenza sanitaria della Regione Piemonte, con il quale è stato possibile accoglierlo, insieme alla mamma, in un appartamento messo a disposizione dall’associazione Amici Bambini Cardiopatici.

La situazione era molto complessa, non solo per il problema clinico di per sé, ma anche per le barriere linguistiche e le difficoltà create dal coronavirus, che non rendevano certamente agevole la comunicazione diretta tra medici e familiari. Il bambino è stato preso in carico dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, direttrice della Cardiologia pediatrica del Regina Margherita, che ha coordinato gli accertamenti cardiologici, e dal dottor Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica, che con il suo team si è occupato di eseguire materialmente la delicata operazione chirurgica.

L’intervento è durato sei ore e ha permesso di riparare la malformazione: dopo quattro giorni di degenza in terapia intensiva e il successivo periodo trascorso in reparto, Rich è ora pronto per ritornare a casa.