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Susanna Avesani Pinto morta per una puntura di vespa in piscina

Agghiacciante la tragica vicenda accaduta ieri e che ha ucciso un noto personaggio della moda milanese e internazionale: Susanna Avesani Pinto. La famiglia è ancora in stato di shock poichè, resta difficile accettare di perdere la propria moglie o madre per una puntura di insetto.

Susanna era a bordo piscina e stava leggendo il suo iPad, poi all’improvviso un grido: una vespa l’ha punta sotto al piede e subito ha avvertito un forte malessere, fino a dire: «sto per svenire».

Se ne è andata così uno dei volti più noti della moda milanese e non solo, antesignana della figura dei buyer, e personaggio cruciale per lo sbarco del made in Italy nei mercati esteri. «L’ho vista scivolare via da me in tre minuti, quando i soccorsi sono arrivati per portarla nella terapia intensiva di Parma era già in arresto cardiaco», ricorda ora in lacrime il marito Silvio Pinto, figlio putativo di Mariuccia Mandelli, e anche lui personaggio noto nel campo della moda.

Erano sposati da 10 anni, ma compagni di vita da 18. «Io e Susanna eravamo una sola cosa», dice Pinto, mentre ricorda quegli ultimi attimi nella villa del ‘200 di Castel Arquato, un borgo nel piacentino che lui e Susanna avevano amato al primo sguardo. Proprio in quello che doveva essere il loro buen retiro si è consumata la tragedia, sabato scorso: Susanna Avesani è rimasta in coma per tre giorni, fino alla morte, ieri mattina.

Una combattente nata

Una combattente nata, che aveva visto morire la primogenita ancora piccola per un tumore al cervello e che 5 anni fa, lei stessa, ha lottato contro il cancro. Una battaglia vinta, ma che le procurava ancora sofferenza per la terapia a cui tuttora era sottoposta. «Mia moglie era un leone, ma piena di dolcezza, chiunque aveva a che fare con lei ne rimaneva affascinato: è stato un amore grande, l’unica donna della mia vita», ricorda Pinto. I funerali si svolgeranno sabato mattina nella chiesa di via Sidoli.

Che cosa è accaduto?

Morire per la puntura d’insetto non è tanto eccezionale: 2 persone su 100 muoiono ogni anno a causa di ciò.

È questa la percentuale di popolazione che dopo la puntura di un imenottero (api, vespe e calabroni) manifesta reazioni allergiche. Reazioni che in certi casi possono essere anche gravi e portare alla morte, come avviene ogni anno per circa 15-20 persone in tutta Italia.

Il dottor Giovanni Michetti, primario della Pneumologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, ci ha spiegato perchè accade e quali sono i mezzi per scoprire se siamo allergici.

Dottor Michetti, come si manifesta una reazione allergica al veleno degli imenotteri?

«Innanzitutto bisogna dire che tutti noi, quando veniamo punti da un insetto abbiamo bruciore, rossore, prurito o dolore localizzati nella zona della puntura. Si parla di allergia quando queste reazioni sono eccessive, per esempio quando rossore e prurito sono troppo estesi, si prolungano nel tempo o interessano zone del corpo distanti da quella dove si trova la puntura, oppure quando ci sono reazioni a livello dell’apparato respiratorio e di quello cardiocircolatorio».

Cosa fare in caso di puntura?

«Se possibile, bisogna rimuovere il pungiglione in pochi secondi per evitare che tutto il veleno venga liberato, quindi applicare qualcosa di freddo sulla lesione. È utile anche catturare l’insetto per facilitare la diagnosi. Ovviamente se si manifestano reazioni allergiche importanti rivolgersi al pronto soccorso o al medico. Nel caso in cui viene accertata l’allergia, il paziente viene munito di una dose di adrenalina da portare sempre con sé: è un sorta di penna che permette di somministrare il farmaco appena si viene punti. ».

Prevenzione

  • Evitare cosmetici troppo profumati che possono attirare gli insetti (come fragranze per il corpo, deodoranti, lacche per capelli e creme);
  • Non indossare abiti larghi, di colore scuro o troppo brillante.
  • Non tentare per alcun motivo di schiacciare le api e non utilizzare le braccia per farle volare altrove. Se si avvicina un imenottero, restare calmi e cercare di allontanarsi lentamente, senza compiere movimenti bruschi, che potrebbero attirare lo sciame;
  • In assenza di episodi allergici, se il paziente accusa subito molto dolore dopo la puntura di un’ape, è utile applicare un cubetto di ghiaccio o immergere la zona colpita nell’acqua fredda.