Valeria aveva 34 anni e un figlio di pochi mesi, era una donna felice perchè stava sconfiggendo il cancro. Una dose eccessiva di chemioterapia l’ha uccisa. I medici sono stati accusati di omicidio e si aspetta la sentenza. Valeria era giovanissima e una vita da vivere.
“La cosa che fa più male è vedere questi signori non vogliono assumersi la propria responsabilità”, dice il marito Ismaele.
Valeria era diventata madre da pochi mesi ma doveva comunque affrontare la sua battaglia: sconfiggere il cancro. Effettuava la chemioterapia ma, un giorno, essa è stata fatale.
Le è stata somministrata una dose 10 volte maggiore da quella che era necessaria. A causa di un errore medico, è stata stroncata la sua vita. Sul foglio che indicava la quantità di farmaco, è stato aggiunto uno zero in più per errore. E’ così che muore Valeria tra le braccia del marito.
“Si stava distruggendo, si stava bruciando da dentro mia moglie. Scappai da là dentro, comincia a urlare e dire ‘me l’hanno ammazzata’”. Questi signori, quando si guardano allo specchio la mattina, dovrebbero vedere il volto di mia nipote”.
Queste le parole struggenti dei famigliari della giovane donna e madre. “Un errore così evidente, una cosa così madornale, ma come fanno?” si chiede disperata la zia di Valeria.
Valeria combatteva da 8 anni con un tumore alla spalla e aveva affrontato sempre tutto con forza e tenacia. “Doveva fare solo poche sedute di chemio”, ricorda la madre. Ancora altre 2 sedute di chemio e poi l’incubo del tumore sarebbe finito. Ma qualcosa è andato storto: una dose di farmaco da 9 milligrammi è stata riportata come 90 milligrammi.
“Quella dose avrebbe ucciso un pachiderma di 300 kg: mia figlia pesava 54 kg”, ci dice la madre. Secondo le ricostruzioni, l’infermiera che doveva somministrare il farmaco, si era accorta che c’era qualcosa di strano in quella quantità di chemio da somministrare, indicata sulla cartella clinica. Nel dubbio ha chiesto ad una dottoressa che era di turno che ha affermato che era giusta la prescrizione: 90 ml.
Un errore così è imperdonabile. Ora sono stati accusati tutti i medici e personale di omicidio.
Appena subito dopo la somministrazione, Valeria aveva avvertito un bruciore intenso al braccio, tanto che avrebbe chiesto aiuto all’infermiera.
Valeria subito dopo è tornata a casa e subito le sue condizioni sono peggiorate.
Valeria viene ricoverata in ospedale e lì si accorgono di aver fatto un grosso e fatale errore. “Sono stati 22 giorni di agonia”, ci dice il marito. “Nostro figlio sa che sua madre è diventata un angelo, le cose che si possono dire ai bimbi”. “Si davano la colpa l’un l’altro”, afferma il marito. “Noi vogliamo giustizia“, dice la zia.
Valeria muore dopo che i suoi organi sono stati completamente deteriorati dalla chemioterapia in quantità eccessive. Una storia che lascia senza parole.