L’immigrazione e l’accoglienza continuano a dividere da molto tempo ormai, anni forse, il Governo e l’opinione dei cittadini.
A scontrarsi, però, non sono solo le parti politiche. Anche la Chiesa, infatti, non ha una linea guida seguita indistintamente da tutti.
Papa Francesco si è dimostrato particolarmente amareggiato per la situazione dei migranti che sembra essersi aggravata da quando il Governo si è reso conto che, a causa del Covid, l’accoglienza potrebbe far precipitare la situazione e creare nuovi focolai.
Forti pertanto le parole del Pontefice: “Dio chiederà conto dei morti durante i viaggi della speranza. I profughi deceduti in mare sono vittime della cultura dello scarto”.
E’ da anni infatti, che Vescovi e cardinali di varie località non gradiscono, per esempio, la linea di Papa Francesco che prevede l’apertura delle porte a chiunque voglia o ne abbia bisogno.
Ci sono esponenti della Chiesa che hanno hanno evidenziato quanto sia grave la povertà italiana, composta da cittadini di questa stessa nazione sofferenti e senza dignità.
Monsignor Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, ha alzato già da tempo i suoi toni, ancor prima dell’arrivo del covid, scagliandosi contro le politiche di immigrazione che dimenticano gli italiani che hanno bisogno.
“Abbiamo la responsabilità di un popolo di cui non fanno parte solo gli stranieri, ma anche gli italiani. E tra i nostri connazionali i poveri stanno aumentando sempre di più“.
L’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, non usa mezzi termini e pone l’attenzione su tutti i cittadini in stato di povertà, dimenticati tra gli ultimi.
Parla pertanto di pensionati che non arrivano a fine mese, bambini in difficoltà, famiglie senza un lavoro o fissa dimora, presi dalla disperazione.
“Gli italiani che vivono in condizioni di povertà sono tantissimi – dice Negri al Resto del Carlino – Mi basta pensare alla mia diocesi. Abbiamo diverse mense e sono andato a visitarle in più occasioni. In certi casi ho visto arrivare insospettabili italiani, in giacca e valigetta 24 ore. Persone della media o alta borghesia ferrarese“.
La povertà può colpire tutti! anche gli italiani e non solo i migranti. In questa società la certezza economica non esiste più. “Spesso si tratta di mariti divorziati che, dovendo mantenere moglie e figli, non arrivano più a fine mese. Mangiano rapidamente e vanno via. Questo deve farci riflettere”.
Perchè pensare solo al povere dei migranti? Pensare a dove accoglierli, cosa dar loro da mangiare, curarli, fornire loro abiti e beni…pensare se i pasti sono a loro graditi.
“Noi vescovi abbiamo la responsabilità di un popolo nel quale non ci sono solo stranieri, ma anche tanti italiani – aggiunge Negri – Guai a intervenire su un solo fronte. Fare preferenze sarebbe un errore clamoroso. Creerebbe soltanto una situazione di esclusività che a ben pensare sarebbe dannosa per tutti”.
“Pensare che basti invocare una ‘leva di massa’ per l’accoglienza dei profughi copre solo un aspetto di un problema ben più vasto – conclude Negri – Ripeto, se si assumono atteggiamenti esclusivisti non si svolge correttamente il proprio compito di pastori. Dobbiamo accudire il nostro gregge nella sua integrità”. E le prime pecore di quel gregge sono gli italiani. Perché vengono dimenticati? “Una lotta tra poveri è la cosa peggiore che ci possa succedere“. Ma è quello che si sta verificando.