La storia agghiacciante che stiamo per raccontarvi ha come protagonista una bambina di 13 anni, che diversi anni fa ha subito violenza dal parroco del suo paese. Storia che di diverso ha il mancato arresto del prete pedofilo che continua a essere libero e a svolgere il suo ruolo di sacerdote come se nulla fosse mai accaduto.
A quanto pare i provvedimenti presi da Papa Francesco non sono sufficienti a incriminare gli “stupratori della chiesa” o perlomeno a togliere loro il potere di rappresentare Dio e celebrare la Messa.
Il caso in questione riguarda un parroco molisano che per tre anni, dal 2009 al 2012, ha abusato di una ragazzina piuttosto fragile, sfruttando l’ascendente che aveva su di lei, consapevole del fatto che fosse cresciuta senza un padre e, di conseguenza, a detta degli psicologi che successivamente l’ hanno curata, doppiamente vulnerabile ed esposta.
Oggi il parroco, don Marino, condannato a 6 anni di reclusione nel 2019 dalla Corte d’Appello di Campobasso svolge ancora il ministero sacerdotale ma non più in Molise bensì nel Lazio, nella zona di Subiaco. Recentemente sono girate foto sul web che lo ritraggono in una chiesa.
Gli avvocati della ragazza vogliono giustizia: non sono assolutamente d’accordo su questa sentenza che non abbia prodotto alcuna giustizia nei confronti del parroco che ha rovinato per sempre la vita di questa ragazzina, ora donna ormai.
L’unica cosa utile che Papa Francesco ha fatto fin ora è rendere pubblici gli atti dei processi canonici per le vittime e ai loro legali. Questo perchè è stato abolito il segreto pontificio per i casi di abuso sessuale.
La giovane vittima vuole continuare nel processo, è convinta di meritare giustizia: «Ho sofferto in modo assurdo. Diventare consapevole di quello che mi è stato fatto è stato un trauma enorme, insuperabile, qualcosa di talmente malvagio da essere difficile da descrivere. All’epoca dei fatti avevo solo 13 anni» dice.
Era poco più che una bambina che stava sbocciando, frequentava la parrocchia come tutti i ragazzini di un piccolo paese in provincia di Campobasso. Le conseguenze negative di questi abusi hanno prodotto sulla sua psiche danni devastanti. Per un certo periodo ha manifestato anche l’impulso a suicidarsi, fino a essere ricoverata in neuropsichiatria infantile e poi grazie ad un trattamento terapeutico psicologico è riuscita con fatica a rialzarsi.
L’ultima tappa di questa brutta storia è fissata al 17 settembre in Cassazione. I legali – Pietro Cirillo e Pasquale Mautone – puntano a far sì che venga riconosciuta la responsabilità civile della Parrocchia del sacerdote e della diocesi Termoli-Larino – con un atto di costituzione in mora – per ottenere il risarcimento di tutti i danni materiali, morali, biologici ed esistenziali patiti dalla ragazza a causa delle condotte illecite del prete orco.